giovedì 30 gennaio 2014

jazzercise show 2010 dalla prima fila

tratto dal giornalino di luglio 2010

 Domenica 27 giugno: Jazzercise Show 2010 da un altro punto di vista (che è quello della prima fila)

Siamo ancora una volta spettatori dello show che Cristina e gli istruttori di Jazzercise presentano a fine corso sul piazzale De Lauger di Portoferraio. Sarà per la serata finalmente estiva, per la distensiva passeggiata fatta per raggiungere il luogo della manifestazione, per l’euforia di Martina o per l’accoglienza della nostra Barbara che ci spiega la “scaletta” dello spettacolo e ci indica i posti riservati per noi in prima fila, insomma ci sentiamo ospiti importanti come di un programma TV. Poco dopo si comincia. Un incontrollabile (o incontrollato?) fantastico Riccardo fa il suo ingresso vestito come la migliore Madre Natura ci sia sulla terra: lustrini, fiori, riccioli che ci lasciano senza parole. 

Noialtri per Elba no Limits

tratto dal giornalino di luglio 2010

A scrivere questo articolino sono io: Barbara, che ormai da 8 anni faccio da gancio tra il Centro e l’associazione sportiva Elba no Limits. Sabato 12 giugno eravamo tutti in piazza dei Granatieri a Marina di Campo per allestire il primo dei saggi di fine anno dei vari corsi di Jazzercise. Alle 18.30 eravamo lì: tra sedie da pulire, fondale da sistemare, piante da collocare, musiche da provare ed eccolo: si avvicina Massimo, tutto bello pronto per la serata. Arriva per controllare l’andamento dei preparativi e per prenotarsi i posti a sedere. È già emozionatissimo e Cristina (l’insegnante di Portoferraio) se lo coccola un pochino.
Lo salutiamo e lo invitiamo a tornare verso le 21. Anche quest’anno abbiamo approfittato degli spettacoli di Jazzercise per mostrare un video: Noialtri da un’estate all’altra … verso un nuovo mondo. La base musicale che abbiamo scelto è il cielo è sempre più blu: perché per noi davvero il cielo è sempre più blu. Il nostro ottimismo ogni volta è contagioso ed io e Massimo sul palco riceviamo un sacco di applausi. Massimo è più emozionato del solito e ringrazia tutti. Anche stasera è stata un’altra bella esperienza da “infilare” nel nostro bagaglio. Il giorno dopo siamo di nuovo a montare per lo spettacolo di Portoazzurro, aspettavo Siria, ma ahimé, ha preferito guardare una partita dei mondiali piuttosto che assistere ad un mucchio di bimbi sgambettanti. Ho fatto vedere il video da sola, così come è successo a Marciana Marina, ed è sempre un grande piacere vedere come il pubblico partecipi e si informi sul nostro Centro. Per la serata di Portoferraio è stata tutta un’altra musica, ma per questo lasciamo la parola a Nila che insieme ad Emanuela, Martina e Lele hanno assistito allo spettacolo come pubblico. 



mercoledì 29 gennaio 2014

verso un nuovo mondo

tratto dal giornalino di giugno 2010

Martedì 8 giugno, come preannunciato, c’è stato l’incontro con la prima media dell’istituto comprensivo di Marina di Campo. Alle 10.30 lo scuolabus giallo del Comune ha fatto ingresso nel parcheggio del Centro. Ogni ragazzo che ne scendeva aveva in mano un vassoio, un contenitore, una scatola, con tante cose buone da mangiare. Questo rassicurava Francesco, Massimo, Siria, Lisanna, insomma un po’ tutti coloro che temevano … dieta stretta (infatti non avevamo ordinato il pranzo alla solita mensa). Una instancabile Valentina ha coinvolto ragazzi ed operatori in attività e giochi che hanno reso attuabile il tema della giornata “Verso un nuovo mondo, progetto di integrazione con il diverso in tutte le sue forme”. Da parte nostra abbiamo offerto una band al meglio delle sue prestazioni, con un infaticabile Vincenzo nel suo repertorio più attuale, sfrenati balli e salti da discoteca. L’obiettivo finale - rispettare le risorse degli altri, comprendendo i vari punti di vista, sviluppare attitudini di accoglienza delle persone affette da disabilità e farlo con un modo di comportarsi così del tutto naturale e spontaneo - è stato pienamente raggiunto. Ringraziamo quindi Valentina, che con la sua esuberanza ha trascinato veramente tutti, le insegnanti, Lorenzo ed i suoi genitori, e tutti i ragazzi per questa esperienza. 




martedì 28 gennaio 2014

noialtri per Lauro

tratto dal giornalino di giugno 2010


Finalmente dopo mesi di sospensione abbiamo ripreso il murales dedicato a Lauro, il padre di Lisanna, e pian piano, come per magia, i colori prendono forma e si trasformano in un giardino incantato, fatto di alberi esotici, case colorate, prati fioriti e atmosfere fantastiche. Ad aprire lo scenario il nostro omino-logo con la sua girandola di uccellini festosi, sinonimo della libertà che ognuno di noi sente dentro di sé. A chi arriva in questi giorni al Centro, sembra di essere sul set della serie televisiva “RIS”: tutti con i camici bianchi e i guanti in lattice per evitare di “inquinare” la scena del delitto … 



baccalà a modo mio

Prendo per 4 persone 2 filettoni di baccalà già ammollato (quello surgelato), lo metto a scongelare nel latte e lo lascio una notte in modo che oltre al sale si levi anche l’odore tipico di quel pesce. Non vi preoccupate perché non diventa sciocco ma semplicemente più morbido. Gli ingredienti di questa ricetta (per le quantità io vado ad occhio) sono:
 
¨ Filetti di baccalà ammollato surgelato
¨ patate
¨ porri
¨ olive snocciolate
¨ capperi
¨ pinoli
¨ un po’ di soffritto misto
¨ un po’, ma solo un po’, di peperoncino
¨ formaggio grattugiato
¨ pangrattato
¨ olio qb.

Di solito io scotto prima le patate così quando metto il pesce questo cuoce senza rompersi in pezzi troppo piccoli. Dopo averlo sistemato nelle teglie cuocio tutto al forno. Il tempo è dato dalla grandezza della teglia e dal tipo di forno. Qui al Centro ho usato il forno ventilato a 200° C per un paio d’ore. Questo è il modo in cui cucino il baccalà a Felice, vero appassionato di pesce.





lunedì 27 gennaio 2014

brevi di cronaca di dicembre

Ho scoperto che il 4 dicembre è Santa Barbara. A provvedere ad informare tutti già dal giorno prima è stato, tanto per cambiare, Lele. Ce l’ha detto così tante volte che anche quelli che di Santi non se ne intendono proprio la mattina del 4 hanno fatto gli auguri alla nostra Barbarina. Verso le 10 poi è arrivata la sua mamma con due torte per festeggiarne l’onomastico. Noi però avevamo già fatto la colazione tutti insieme così l’abbiamo invitata per il pranzo, se le faceva piacere. Barbara ha accettato con piacere e noi con altrettanta gioia abbiamo aggiunto un posto alla nostra grande tavola.
Emi


Eliana, qui al Centro soprannominata da tutti La Contessa, è arrivata il 5 dicembre con la carrozzina nuova fiammante. Ha cambiato colore, è di un bel blu metallizzato, ma soprattutto è ampia, comoda e, cosa più importante: frena!
Emi 


Abbiamo un nuovo “aiutante centralinista” al Centro! Una di queste mattine per tenere occupato Lele che, come tutti sanno, se si annoia diventa una zecca, gli ho proposto: “Vuoi rimane tu in ufficio per rispondere al telefono fino a che non arriva Fabio?” Avevo infatti notato che Lele è molto attratto dall’ufficio e appena arriva il nostro Fabietto cerca di fuggire dal laboratorio dove dovrebbe stare per mettersi a chiacchierare con Fabio. Naturalmente, essendo la prima volta, non mi fidavo affatto di Lele, quindi l’ho chiamato con il cellulare, lui ha risposto: “Pronto, so’ Lele e te chi sei?” Gli ho spiegato che qui chiama anche gente che non lo conosce, persone alle quali dobbiamo dare del lei perché non abbiamo confidenza e che deve rispondere diversamente che a casa sua. Ha imparato in men che non si dica e quando riceve una telefonata si affretta a chiamare la persona richiesta. Se provate lo sentirete dire, come un vero professionista: “Pronto, Centro disabili, chi cerca?”
Emi 


L'11 dicembre è arrivato Babbo Natale. Non vi dico i ragazzi: tutti emozionati ... eppure lo incontrano ogni anno! Come al solito ha portato tanti cioccolatini che tutti (noi comprese) abbiamo molto apprezzato. L’unico che non ha distolto l’attenzione dal suo lavoro è stato Fabio che non si è allontanato dall’ufficio nemmeno per una foto ricordo! Babbo Natale ha condiviso la gioia di tutti e quando si è dovuto congedare perché la sua slitta doveva ripartire per altri luoghi, ci siamo ripromessi di ritrovarci qui anche l'anno prossimo!
Annalisa 




Immancabile ogni anno Acqua dell’Elba per auguri e regali per tutti noi-altri. Non potendo essere presenti alla festa Marco e Cristina sono venuti il giorno prima per portarci non solo un graditissimo presente, ma anche il loro affetto sincero.
Barbara 



Abbiamo finalmente portato a conclusione il “progetto Arturo” realizzando le bomboniere per il battesimo di Arturo, appunto, che vedete nella foto qui sotto con babbo e mamma, padrino e madrina che forse avete riconosciuto.
Barbara 


venerdì 24 gennaio 2014

le mie vacanze

Le vacanze di Natale di questo anno per me sono state molto belle. Il giorno 23, dopo pranzo, è venuta mia sorella Anto a prendermi. La vigilia siamo andate da mamma a portare un regalo a Jenni e a fare gli auguri a tutti. Sono stata con mia sorella e Gaetano tutte le feste fino al sabato, ho mangiato tante cose buone e preso tante coccole!



buone nuove

Nella scorsa estate la cooperativa Di Vittorio ha partecipato, insieme ad altre associazioni, al bando per l’assegnazione di volontari del servizio civile regionale. La regione Toscana ci ha ritenuti idonei e ha considerato le nostre finalità adatte all’inserimento lavorativo e formativo di giovani che intendano dedicare un po’ del loro tempo alle parti più fragili della comunità in cui vivono. Così questa estate abbiamo ricevuto la visita di giovani elbani che chiedevano informazioni o che si sono proposti per l’inserimento. Per il nostro centro era la prima volta e non sapevamo bene di cosa si trattava, quindi Emanuela ha partecipato ad incontri formativi e cercato informazioni. In ottobre, a Firenze, ci sono state le selezioni, condotte dal gruppo di cooperative aderenti al progetto, e finalmente da dicembre abbiamo avuto il nostro volontario anzi, la nostra volontaria. Qualcuno di voi ha avuto modo di conoscerla alla festa di Natale, questo è il suo nome anagrafico. Pronti? Ecco: NOUI NOUJOUD! Ma non abbiate paura, per tutti è molto più semplicemente Giada. Le origini marocchine della sua famiglia si vedono oltre che nella complessità del nome, anche nel colore della pelle e nei suoi folti riccioli scuri. È una ragazza di una disponibilità e sensibilità tutte speciali e il nostro rapporto di collaborazione ha tutti i presupposti per dare tanti buoni frutti. Benvenuta tra noi-altri, Giada! 

 



giovedì 23 gennaio 2014

chi la dura la vince!

Chi ha visto il nostro originale albero di Natale non può certo immaginare dietro le quinte quanti imprevisti siano accaduti! Le mie colleghe ad un certo punto mi avevano addirittura consigliato di lasciar perdere ed addobbare il vecchio, solito, ecologico, albero di Natale di sempre. Per niente al mondo avrei deluso i nostri ragazzi che da mesi lavoravano; avevano coinvolto famiglie ed amici per recuperare le bottiglie necessarie per realizzarlo, le avevano tagliate, avevano tolto etichette, creato centinaia di stelle per addobbarlo. Mancava una settimana alla festa di Natale ed il resto era quasi tutto fatto: il nostro arcobaleno pendeva dal soffitto dando luce e colore a tutto il Centro, le stelle erano state selezionate ed imbrillantinate. Ancora qualche ora di lavoro e tutto sarebbe stato pronto per la festa, mancava solo l’assemblaggio dell’albero di Natale. Da settimane avevamo preparato i cerchi formati con le bottiglie, dovevamo solo sovrapporli uno sull’altro e il nostro albero sarebbe stato pronto!Come da copione però qualcosa non ha funzionato … 

l’adesivo che teneva ferme le bottiglie, con il caldo del riscaldamento si era in parte staccato e seccato, non dando più quella stabilità necessaria per sovrapporre un cerchio sull’altro. Non vi dico la nostra delusione! Per realizzare quei cerchi c’erano volute settimane e alla festa mancava solo qualche giorno. L’alternativa era togliere l’adesivo ed incollare le bottiglie con il silicone, ma era un lavoro immane e ci sarebbe voluto molto tempo. Ma la buona volontà ripaga sempre e senza pensarci due volte, con l’aiuto dei ragazzi e di tutti gli operatori del Centro, a turno abbiamo incollato le bottiglie una ad una con il silicone ricostruendo i cerchi, lavorando fino a sera, sabato e domenica compresi: smontando e rimontando alla fine siamo riuscite a farcela e la mattina della festa il nostro albero di Natale era nel salone in tutto il suo splendore! Un grazie a tutti ed un grazie speciale a Letizia che, sacrificando gran parte del suo tempo libero, mi ha aiutata fino a tarda sera! 






mercoledì 22 gennaio 2014

dal taccuino di Martina (quello di dicembre)

È il 18 dicembre. Ci siamo. I ragazzi saranno i protagonisti del giorno; come ogni giorno del resto, ma oggi avranno degli spettatori d’eccezione: genitori, familiari e amici. Abbiamo fatto le prove di canto con Vincenzo un sacco di volte e sono davvero preparati. Si sono impegnati molto affinché la festa di Natale 2013 venga fuori bene e possa trasmettere agli spettatori il loro sudore, le loro aspettative e le loro emozioni. Arriviamo al Centro puntuali; siamo tutti vestiti in maniera impeccabile. L’emozione si sente già nell’aria e il contorno di festoni rende la giornata ancora più favolistica di una favola.

martedì 21 gennaio 2014

la festa di Natale più bella che ci sia

Anche quest’anno abbiamo organizzato ed elaborato la festa di Natale. Già da ottobre, come sapete bene, Maria ha iniziato a raccogliere migliaia di bottiglie di vari colori da tagliare per poi realizzare un bellissimo albero addobbato con stelle scintillanti e festoni da appendere al soffitto. Vincenzo ha raccolto, preparato e registrato delle canzoni anche difficili ma che i nostri ospiti hanno cantato divertendosi e facendo divertire. 
Pina ha ideato e stampato l’invito e noialtri abbiamo poi confezionato portachiavi a forma di agrifoglio (che “qualcuno” ha visto bene di usare come orecchini per la festa!) Il giorno 18 poi sono arrivati gli invitati, tutti pieni di regali. Eravamo moto contenti: i nostri sforzi si erano concretizzati nelle facce di chi ha calpestato il pavimento del nostro Centro. 
Alla fine ci siamo ritrovati di fronte ai tavoli pieni di cose buone da mangiare ed abbiamo brindato al Natale e al nuovo anno, speriamo ricco sotto tutti i punti di vista!





E poi, per concludere in bellezza (come direbbe Rita), abbiamo ricevuto l’inaspettata visita di gatto Silvestro che ha fatto morire dal ridere tanti di noi … peccato che qualcuno fosse già “fuggito” a casa con la propria famiglia e se lo sia perso! Sotto quei baffi si nascondeva il nostro amico Vittorio, che insieme a Cristina e Virginia sono venuti a portarci auguri, palloncini e risate!



lunedì 20 gennaio 2014

in concerto per Trick

Circa sei anni fa, quando alla lista dei miei utenti da assistere a domicilio fu aggiunta la signora Amelia, ho conosciuto la famiglia di Giuseppe Catanzaro, da tutti conosciuto come Trick. Da subito nacque fra noi una simpatia e stima reciproca, consolidatasi nel tempo. In quel periodo la signora Amelia era molta addolorata per la malattia di suo figlio Giuseppe, la cui patologia era una di quelle che non lasciano molte speranze. Nonostante tutti auspicassimo la sua guarigione, con il passare del tempo la malattia non ha lasciato scampo. Dopo una lunga permanenza in ospedale Trick è prematuramente deceduto. Amelia era distrutta, sinceramente pensavo che non sarebbe sopravvissuta alla morte del figlio; ma, da donna forte qual è, con l’aiuto di tutti noi, è riuscita a convivere con questo grande lutto. Oggi vive il suo dolore e la sua rassegnazione in un centro per anziani a Roma, vicino alla figlia Maurizia. Altrettanta ammirazione va a Simona, la moglie di Trick, che con molta dignità e coraggio è riuscita ad attraversare il tunnel del distacco dalla persona amata, non perdendo di vista la realtà quotidiana e la famiglia.
 
Trick era musicista ed appassionato uomo di spettacolo e dalla sua scomparsa la moglie e gli amici lo ricordano ogni anno con un concerto il cui ricavato viene donato in beneficienza. Dalla perdita di Trick sono passati cinque anni e la sera del 14 dicembre abbiamo assistito alla quarta edizione del concerto in sua memoria. Quest’anno proprio il nostro Centro è stato scelto come beneficiario della donazione. Il Concerto per Trick, Il mio amico Jimi, spazia da Jimi Hendrix al rock progressive italiano a cui Trick era molto legato. È uno spettacolo di altissimo livello, dove si passa per grandi artisti fino ai giovani musicisti emergenti dell'Isola d'Elba. Sono intervenuti, fra gli altri, il gruppo genovese la Maschera di Cera, l’amico di sempre Luciano Regoli con il suo gruppo la Nuova Raccomandata con Ricevuta di Ritorno, gli Sugar Boys e i Four Jumps in Pot. Alla serata non hanno potuto partecipare i nostri ragazzi per ovvi problemi organizzativi, ma siamo intervenute Emanuela ed io per ringraziare a nome di tutti Simona (con noi nella foto) per aver scelto il nostro Centro. 






tu vuò fa' l'americana!

E poi dicono che i bimbi non guardano i particolari e non stanno attenti ... oggi vi voglio scrivere di una cosa che forse a voi non interessa molto ma a me ha fatto molto riflettere! Dovete sapere che Matilde è andata con i suoi genitori a fare un viaggio in America. È durato pochi giorni ma a lei ha impressionato molto. Muovendosi da soli nella bella città di New York hanno preso spesso il taxi e si sono sicuramente rifocillati in qualche caffè. Matilde un giorno ci ha telefonato (riconosce sulla tastiera del cellulare il nostro nome) e quando le ho risposto lei mi ha detto: "taxi please!?" Quando poi sono arrivati a casa con disinvoltura, dopo che le avevo versato l'acqua nel suo bicchiere e nel mio, lei lo ha alzato e detto, a mo’ di brindisi: "cin cin whiskey!" a questo punto siamo scoppiati a ridere e le abbiamo fatto i complimenti per il suo ottimo americano!
 


giovedì 16 gennaio 2014

dicembre 2013

Cari amici nostri, come ogni numero di dicembre anche questo arriva nelle vostre case in ritardo, complici le vacanze e il tanto materiale da raccogliere. La festa di Natale di quest’anno secondo me, ma so di parlare anche a nome di tutti gli altri, ha avuto una marcia in più, spero che pensiate la stessa cosa! Mentre scrivo queste righe alcuni nostri amici sono assenti per problemi di salute. 
In particolar modo il nostro pensiero va a Checco che ha avuto un incidente proprio i primi giorni dell’anno. Auguriamo a lui di rimettersi presto in forma … forza Checco, ti aspettiamo a braccia aperte! A voi tutti, amici, buona lettura e al prossimo mese, c’è già un sacco di materiale sulla scrivania del laboratorio di computer che aspetta di essere trasformato nel giornalino di gennaio! A presto
Barbara  



ecco i compleanni del mese:

4 dicembre - Barbara
onomastico!

7 dicembre - Tamara - 38

27 dicembre - Alberto - 30
(in realtà lo abbiamo festeggiato
al rientro dalle vacanze!)


mercoledì 15 gennaio 2014

L’arancino di riso e un po’ di storia

Vi voglio svelare un segreto … il nome arancino non è il suo giusto nome; quello esatto è “arancina”, proprio per la sua forma sferica e per la sua dimensione simile all’arancia. La sua origine è araba ed era preparato con riso allo zafferano arricchito di verdure, odori e pezzetti di carne. Inizialmente veniva presentato come piatto e non a forma di arancia. Normalmente veniva servito al centro della tavola in un unico piatto e come era di consuetudine, anche dei nostri contadini, ognuno per mangiarne doveva allungare le mani. Sì, avete letto giusto: le mani! Una volta non esistevano le posate come oggi per cui mangiavano con le mani. Ma andiamo avanti … Un giorno, per renderlo da asporto, gli arabi ne fecero una palla simile ad un’arancia (dal quale poi prese il nome), che impanata e poi fritta acquistò consistenza tanto da resistere al trasporto. L’aggiunta del pomodoro avvenne dopo il 1852, quando arrivarono i primi pomodori in Italia. A questo punto è meglio che vi dia la ricetta sennò la Pina mi brontola sul fatto che mi sono dilungata troppo e che nella pagina del giornalino non ci sta! Per 80 arancine (che sono quelle che abbiamo preparato per il pranzo di primavera) ci vogliono:

¨ 2 kg di riso tipo originario
¨ 2 bustine di zafferano
¨ 1 kg di salsa di pomodoro
¨ Mezzo kg di macinato
¨ Mezzo kg di mozzarella a dadini
¨ Mezzo kg di prosciutto cotto a dadini
¨ 1 kg di piselli
¨ Cipolla, sedano e carota (per il soffritto)
¨ sale q.b.
¨ Uovo e pangrattato per l’impanatura
¨ 1 bicchiere di vino (rosso o bianco a piacere)
¨ olio per friggere


Cuocete il riso in acqua salata. Una volta cotto, scolatelo e passatelo sotto l’acqua fredda. In una pentola, preparate il soffritto e aggiunte il macinato. Versatevi un bicchiere di vino  e fate sfumare. Sfumato il vino, versate la salsa, il sale ed anche i piselli. Fate cuocere fino a che il liquido della salsa si sia ritirato del tutto. Fate un po’ raffreddare ed aggiungete il  prosciutto cotto e la mozzarella. Mescolate bene il tutto. Con il riso formate delle palle come un’arancia. Fate un buco al centro e mettete 1 o 2 cucchiaini di ripieno e richiudete. Ogni tanto umidificate le mani in modo che la palla vi scivoli fra le dita. Passatele in una pastella fatta di acqua e farina (non deve essere ne’ troppo molle ne’ troppo dura), poi nell’uovo e nel pangrattato. In una pentola con bordi alti riscaldate dell’olio per frittura e friggete le arancine. Attenti: devono essere coperte per colorarsi bene. Una volta cotte, adagiatele su carta assorbente. Mi raccomando … fatele raffreddare prima di mangiarle, sennò saluterete le vostre lingue! Buona mangiata a tutti!




venerdì 10 gennaio 2014

dal taccuino di Martina (quello di novembre)


Mi arriva la telefonata da parte di V.I.T. (very important topaissima) Francesca, la quale mi riferisce cosa hanno detto a lei e a Lauretta all’agenzia di viaggi. Ascolto e senza pensarci nemmeno un secondo, da incosciente, dico: “Sì, ci sto!!!” Ecco, questo è l’inizio del mio viaggio a Tenerife insieme alle mie amiche. Informo i miei genitori che sarei andata con le mie amiche in ferie; li informo anche che ho bisogno del loro aiuto, soprattutto di babbo, che dovrà accompagnarci all’aeroporto di Pisa perché la mattina alle 06:25 abbiamo l’aereo che ci porta su quest’isola, che in realtà non mi sono nemmeno informata dove si trova. Mi basta di partire. Il venerdì 1 novembre, io e Lauretta partiamo dall’Elba e arrivate a Cecina prendiamo Francesca, che arrivava da Genova. Eh sì, perché la sua mamma cadendo si era fatta male ad una spalla, quindi Francesca era andata a casa dai suoi per dare una mano da brava figlia, come chiunque avrebbe fatto e fino all’ultimo momento non si sapeva se sarebbe potuta venire. L’operazione alla mamma era andata bene, tanto che fortunatamente è potuta partire con noi. Arrivate tutte e tre a casa dai miei genitori, che conoscevano le mie amiche solo attraverso i miei racconti e Lauretta anche per telefono, ci facciamo una cena splendida, fatta da mamma mia. La mattina alle 3 ci alziamo, la notte non abbiamo nemmeno dormito un granché bene, i letti a disposizione erano quelli: io e le mie amiche abbiamo dormito nel lettone dei miei, e i miei genitori nei letti che erano della mia infanzia e di mia sorella. Insomma, la mattina arriviamo all’aeroporto, facciamo il check-in mentre il mio babbo non mi perdeva nemmeno un minuto di vista, perché sa che le mie capacità di perdermi sono esponenziali. Finalmente siamo sull’aereo, inizia il rombo dei motori, le mie dita affondano nelle mie cicce delle cosce, dita fortunatamente senza unghie, e ogni tanto faccio un sorrisino ai miei compagni di viaggio, dal momento che mi è toccato un posto in mezzo a due persone sconosciute, una femmina e un maschio, che anche loro non si conoscevano, ma ci ho pensato io: la paura mi fa parlare! Arriviamo finalmente sull’isola di Tenerife, io sono rintontita dal viaggio, e VIT mi controlla se sono dietro e se respiro ancora. Le bimbe parlano lo spagnolo perfettamente, io non lo capisco affatto, ma non mi preoccupo, Lauretta mi ha dato il vocabolario. Arriviamo all’albergo, siamo tutte eccitate, io vivo ancora nel limbo e in una nuova realtà: il caldo del luogo mi fa pensare che d’estate ci si dovrebbe morire di afa, io non amo il caldo … Posiamo le nostre valigie e subito andiamo a fare una perlustrazione del luogo: lunghi marciapiedi, curati e arricchiti da piante di vario genere, abbelliti da una parte da locali pieni di gente e dall’altra da onde alte e gente che vive il mare con le tavole da surf. Penso che toccherò l’oceano atlantico … 

Troviamo una spiaggia, il sole non c’è, ma la temperatura è calda, tanto che Lauretta si deve buttare in mare; io e VIT ci facciamo invece una bella dormita. È l’ora di tornare all’albergo, farci una doccia e andare a cena. Scendiamo nella sala da pranzo che è colma di gente vestita male. Subito ci chiedono, sapendo già la nostra risposta, se siamo italiane, solo per il vestito messo a cena. La cena: la prima sera è ottima, la seconda sera buona, la terza sera buonina, la quarta sera è buoninina, la quinta sera è accettabile, la sesta sera abbiamo mangiato la pizza fuori, la settima sera accettabilina, l’ottava sera ne abbiamo le scatole piene di intrugli internazionali e di vedere tipi di pasta che non corrispondevano ai nomi della pasta italiana, con accanto sughi di incerti colori … La colazione invece è strafiga: mi svegliavo già con l’acquolina in bocca, il mio stomaco accettava di buon grado di passare dal dolce al salato e anche in questa occasione ci distinguevamo dal resto degli ospiti paganti dell’albergo perché non mettevamo né uova né bacon né tantomeno fagioli e cetrioli nei nostri piatti. Il secondo giorno era brutto tempo e ne abbiamo approfittato per andare a vedere la capitale, Santa Cruz e il museo e poi, dopo una giornata all’insegna della cultura, la sera dopo cena, siamo andate a farci un giro … l’estate a novembre! Dal terzo al sesto giorno siamo andate sempre al mare, a farci baciare dal sole e benedire dall’oceano atlantico. Casualità ha voluto che un’amica di Lauretta abitasse a Tenerife da poco tempo, e che una nostra amica fosse andata a trovarla proprio in quei giorni. Insomma, ci siamo incontrate tutte e cinque sempre nella solita spiaggia. A pranzo mangiavamo nei “barrettini” sulla spiaggia, che lì si chiamano chiringuitos, dove si mangiava bene e con poco i nostri palati erano soddisfatti. Il venerdì abbiamo fatto una gita di tutta l’isola, partendo la mattina presto, perdendo la parte migliore della ristorazione, la colazione! Nel posto dove avevamo l’appuntamento per prendere il pullman per il giro turistico dell’isola abbiamo trovato l’unico bar dove il barista ci ha fatto un caffè che più si avvicinava a quello italiano. In realtà, la mattina dell’escursione, eravamo vestite molto spartane, ma ci hanno guardato e ci hanno fatto il caffè basso e non acqua sporca. La sera invece, sempre nel solito bar, la barista era una donna, e non ci ha identificato come italiane, tanto che il caffè faceva davvero schifo. Il sabato, l’ultimo giorno della vacanza, lo abbiamo passato al mare, facendo bagni di acqua e di sole. Quando venivamo via dalla spiaggia, facevamo solitamente passeggiate lungo le vie della città, una città costruita, falsa e blasfema, dove ciò che conta è che il turista non pensi ai casini lasciati a casa. La gente del luogo è forzatamente carina, ma questa forzatura appare poi naturale, il turismo è benessere, negozi di Cartier mi affascinano, e i sogni notturni mi fanno sempre entrare in quei luoghi.
Poi ci sono anche persone, come l’uomo indiano che gestiva i tabacchi, che mi corteggiava con una dolcezza d’altri tempi, come se quei baci mandati dal soffio della sua bocca e quei gesti signorili, non permettessero al kamasutra di sembrare così ambiguo per noi occidentali. Spesso la sera uscivamo, ma prima delle 23 eravamo a letto per la stanchezza della giornata. Una volta abbiamo visto che eravamo ognuno nel proprio letto con un libro in mano già alle 21 e 30! Un’altra volta invece le mie amiche mi hanno fatto vedere un telefilm che va in onda anche in Italia, ma che non conosco, in lingua spagnola, dove il mio sesto senso sviluppato era solo la vista … Ecco, siamo arrivate all’ultimo giorno, il giorno della partenza, ripartiamo per l’aeroporto con il tipico senso di dispiacere, senso di incapacità di fermare attimi di piacere se non con i ricordi. Il rombo dei motori dell’aereo mi acuisce il senso che non voglio tornare in Italia; solo il pensiero di essere lontana da Grisù mi riporta alla realtà: non sono più in tempo a scendere e fermarmi sull’isola, l’isola che è stata capace di far fare la prima vacanza a noi tre amiche, che ne parlavamo da tanto tempo di andare a giro noi tre insieme, dal momento che VIT e Lauretta viaggiano insieme già da anni. Solo il desiderio di mia mamma si è avverato, cioè quello che non vedeva l’ora che rientrassi già prima che partissi. E ora sono qui a scrivere questo taccuino con la consapevolezza che è stata una bellissima vacanza. Per tutto. Io comunque mi sto informando per fare una vacanza in Lapponia. Amo il freddo.



giovedì 9 gennaio 2014

la vendetta della Veludo

il mare di "quel" giorno
Nel mese di ottobre Oriano Maggi aveva dato formale promessa di portarci il nuovo computer per i ragazzi ai primi di novembre. Con l’occasione doveva anche mostrarmi alcune modifiche su “Archimede”, il programma del domiciliare che non avrei potuto usare nel giorno precedente. Quindi abbiamo iniziato a contrattare: il venerdì no perché devo fare gli orari, il lunedì no perché li devo correggere, non prima del 6 che devo mandare le ore ecc. ecc. Insomma, ci accordiamo per il 12, con tanto di mail di conferma e Oriano mi dice che con lui verranno Francesco e anche Eleonora. Se ben ricordate domenica 10 ha avuto inizio un forte vento da nord, con tanto di mareggiata e soppressione di alcune corse delle navi, quindi il lunedì Oriano mi chiama preoccupato ma io lo incoraggio: ma no! Il peggio è già passato, ora i traghetti passano normalmente, venite sereni! In realtà non era proprio così (vedi foto), ma io temevo un rinvio a data incerta quindi non ho riferito che il lunedì c’erano ancora molti ritardi e un bel vento. Insomma, arriviamo al 12 (novembre) e i magnifici 3 alle ore 10 sono a Piombino con tanto di computer e constatano che la nave non solo non era in partenza, in realtà doveva ancora arrivare! Barbara-Pina va al porto verso le 11 e 30 ma aspetta, aspetta … non si vede nave all’orizzonte e torna al Centro, quindi vado io e finalmente, con 1 ora e mezza di ritardo, arrivano gli intrepidi computeranti. Poi mi racconteranno che visto il ritardo, e sapendo della paura di Eleonora (che nell’ultima visita all’Elba era stata malissimo), ad un certo punto Oriano dice: “Io scendo!” e lei: “Perché?” “Perché se ci mette tanto a partire c’è sicuramente qualche guasto o condizioni marine avverse!” Eleonora prende rapida la borsa per buttarsi di sotto ma proprio in quel momento mollano le cime lasciandola in preda al panico per il primo quarto d’ora del viaggio.
Arrivato all’Elba il terzetto ha un’altra sorpresa: il mal tempo ha causato danni anche a Lucca, dove c’è il server che gestisce i rapporti elettronici della Di Vittorio. Francesco comincia quindi a lavorare da qua per riattivare i sistemi laggiù, e l’Eleonora con il suo candore chiede: “non possiamo intanto vedere Archimede?” Oriano le risponde tranquillo: “Ma Eleonora, Archimede è in rete, non è mica sul computer della Veludo!” credo sia stata quasi per svenire. “Cosa?! Mi avete fatto venire all’Elba con la mareggiata per vedere una cosa che potevo controllare dal mio ufficio?” I nostri magnifici 3 hanno infatti uffici adiacenti nella sede Posthac di Lucca, ma io ero al settimo cielo: “Con tutte le volte che sono venuta io in tutte le stagioni e con tutti i tempi …”




mercoledì 8 gennaio 2014

la parola ai lettori



Caterina, la nostra autrice-ospite,
con la sua amica Alba
Buongiorno Ragazzi! E' la prima volta che vi scrivo e sono un po’ emozionata, volevo però raccontarvi del primo weekend di questo Novembre, all’insegna delle sorelle Veludo! Come ogni anno infatti, la mia Zia Antonella, ha chiamato tutta la famiglia Puppo per la raccolta delle sue olive! E proprio come ogni anno io e mamma siamo state le più entusiaste. Nel viaggio mamma mi raccontava, quasi con i lucciconi agli occhi, che tante olive erano cascate a causa delle forti raffiche di vento, pensando già alla misera bottiglina di olio che ci sarebbe spettata! Comunque, siamo arrivati la sera di Halloween, nel buio, io, mamma, la mia sorella Francesca, il suo fidanzato Paolo ed Alba, una mia amica. Via che si cena, due chiacchiere e a nanna presto, che all’alba il sole è alto e le giornate son pizzicotti. Io e le mamma un po’ si ironizza … quest’anno non si fatica, tanto son cadute tutte, mentre le zia affranta pensa alle belle raccolte degli anni passati. Quindi la mattina seguente siamo presto nel campo a cogliere olive, ed uno spettacolo si apre davanti ai nostri occhi. MAMMAAAAAA grido io, con la mia solita calma, altro che cadute! Il prato era pieno di olive, ma i rami ancor di più! Tante, tantissime olive! 
Emanuela all'opera
Mettiamoci sotto allora, la manodopera è un po’ scarsa, si pensava di dover rastrellare una giornata, mentre qua sembrerebbe non bastare un fine settimana! Alberi altissimi, rami intersecati tra loro, rastrelli che acchiappano fino alle olive più alte, lo zio Enrico con la motosega inizia a potare a destra e a manca, con vicino Paolo che lo incita: “taglia taglia, che vediamo un po’ di panorama da quassù!” La Zia che si beffeggia di noi , ecco così il prossimo anno ci saranno ancora meno olive! Il giorno seguente Paolo e Francesca erano già ripartiti per tornare a lavoro, Alba molto provata dalla raccolta del giorno prima, abbandona il campo con il mal di pancia e si adagia sotto le coperte del nostro lettone. Rimaniamo così imperterriti io, la mamma e gli zii. 
Francesca e Paolo
La stanchezza si fa sentire e solamente a buio arrivano i Puppo: babbo dall’Elba e Giovanni da Firenze. Un’altra squisita cena tutti insieme. Giovanni ci racconta di tutte le sue nuove avventure universitarie, Emanuela, da vera mamma tedesca, non si sciocca di niente, neanche delle ricette intraprese da Giovanni; il quale dice sia facile cucinare: “pigli quello che c’hai nel frigo e lo schiocchi in padella con l’olio!” Io preoccupata cerco di spiegargli che non si deve cuocere sempre tutto nell’olio, anche perché ho già visto in lui una buzzetta di troppo, e quindi lo bacchetto rigidamente di mangiare più sano e fare movimento ogni tanto! Mamma ci guarda e sorride, ascolta tutte le nostre discussioni, senza schierarsi dalla mia parte - che era logicamente quella giusta! J - ma semplicemente ridendo!
zio Enrico
La mattina dopo a batter ritirata siamo io e Alba, che prendiamo un trenino e torniamo all’Elba, Alba con il suo mal di pancia ed io dal mio maritino, che come voi tutti già sapete, è a casa con una gamba malconcia! 
Gli altri finiscono di raccogliere le olive dagli ultimi alberi (ce n’erano ancora tantissimi!) e di caricare il pick-up con cassette e balle, pronto per essere spedito al frantoio. Insomma, come ogni anno le sorelle Veludo ci hanno fatto divertire, come sempre abbiamo colto l’occasione per passare del tempo insieme all’aria aperta, senza pensar troppo al mal di schiena o al torcicollo che ci sarebbero venuti in seguito … ma soprattutto potrete vedere i lucciconi negli occhi di mamma, non tanto perché le olive erano cadute, ma perché abbiamo sorpassato il nostro record: abbiamo fatto la più grande raccolta di olive della Zia! Adesso attendiamo con ansia le piccole taniche di olio che zia distribuisce a tutta la famiglia Puppo. Chissà se mamma vi ha mai raccontato di quando ero piccina e chiedevo sempre pane e acqua! … Stavolta chiuderei questa letterina, elevando la mia richiesta a … finalmente … PANE E OLIO! 
Con affetto Caterina