lunedì 10 dicembre 2012

corrispondenza dall'estero di novembre

Il 6 Novembre 2012 nasce Mattia. Che emozione quando ce lo vediamo passare davanti nella termoculla all'uscita dalla sala parto! Già ci siamo emozionati quando è uscito Marco per annunciarci la sua nascita e quanta emozione anche dopo quando esce Francesca sottobraccio a Marco. Insomma, siamo all'apice della felicità: tra riso e pianto, telefonate ai nonni paterni, alla bisnonna (mia mamma), che da quanto piange non riesco neanche a capire cosa mi dice, il cellulare che faccio un numero e le mani mi tremano, ne faccio un altro e via dicendo, gli amici di Francesca e Marco che piombano in ospedale quasi subito. Che momento meraviglioso! Mattia viene vestito e ce lo fanno vedere attraverso il vetro della nursery. Com'è bello! (permettetemi di essere di parte). Un po’ è tranquillo, un po’ piange forte. Allora ti viene di odiare tutte quelle infermiere che sembra non gli facciano niente. Vorresti dire: "Ehi! Guardate! È il mio nipotino che piange! Non state lì indifferenti, andate a vederlo, copritelo, scopritelo, cambiatelo, non lo disturbate, coccolatelo, no, lasciatelo tranquillo … insomma, fate qualcosa!" Ma ti rendi conto che sei solo esagerata, e che Mattia sta ricevendo proprio tutte le attenzioni possibili. 


E poi finalmente a casa! Com'è dolce! Ce lo coccoliamo a più non posso, lo viziamo, ma non importa, è così bello vedere quando si fa posto, si accomoda in collo, si mette le manine sotto il mento e si addormenta. A volte con gli occhi chiusi cerca con la mano la persona che lo tiene in braccio e se la cosa lo soddisfa, sputa anche il puppo, e se la dorme di gran lunga, come vedete dalla foto! E' una sensazione meravigliosa che non mi sarei immaginata, cambia veramente la vita. Grazie a Marco e Francesca per il bellissimo regalo che ci hanno fatto. Presto lo porteremo al Centro per farvelo conoscere, per ora siamo ancora in alto mare! Tra poppate, nottate - si per ora ama più la notte che il giorno per stare sveglio - pipì, pupù, tutto in sequenza da non avere un attimo libero, non c'è quindi la possibilità di programmare qualcosa. Comunque … a presto, promesso! 



tra poco è Natale!


Noi-altri ci stiamo preparando a questa nuova esperienza preparando angioletti, ricettari per le famiglie e non. Respiriamo aria di festa e gioia infatti i ragazzi sentono odori nuovi e si entusiasmano quando ascoltano le ricette che riguardano questo evento. Abbiamo il centro ricco di brillantini ed anche noi luccichiamo di già. Stiamo anche imparando canzoni nuove: si stona, non poco, ma il nostro maestro piace tanto e quindi le nostre ugole d’oro, quando arriva Vincenzo si emozionano e si mettono in competizione. Anche fuori dal centro il nostro giardino ci regala fiori autunnali visto che il tempo non ci vuole più riscaldare. Cogliamo l'occasione per fare un ringraziamento alla coop di Campo che ci ha già regalato per le nostre ricche colazioni 4 panettoni al cioccolato. Insomma, anche quest’anno, il Natale è già alle porte!

Faenza


Oggi vi voglio raccontare di com’è Faenza, visto che ho avuto modo di visitarla. È una città medievale piantata sulla pianura padana, molto umida ma anche molto bella. Ha dei palazzi storici che ricordano molto quell’epoca, che fu poco felice per le streghe. Noi abbiamo visitato il centro storico dove ci sono varie chiese con grandi campanili squadrati che si innalzano verso il cielo che quasi sempre è nuvoloso. In piazza grande (questo però è il nome che gli ho dato io perché in realtà si chiama Piazza del Popolo) c’è una fontana molto inquietante, con leoni che si arrampicano e che sembra vogliano sbranare chi si avvicina. È  stata regalata da un servo del popolo a papa Leone. Ma oltre la piazza, ricca di negozi, ci sono anche tanti parchi e in uno di questi abbiamo trovato anatre, pavoni, piccioni, criceti, che non hanno paura e ti vengono sotto i piedi. A Matilde sono piaciuti i piccioni forse perché le ricordavano le Ghiaie. Una città ideale per quelli che, come me, amano il verde e la natura in qualsiasi modo questa si esprima, anche sottoforma di un piccolo fiore rosa che sporge dalle aiuole-spartitraffico!             

piezz'e core

Eccola nella foto,
con le sue compagne d'avventura


Questo articolo è dedicato a mia figlia Maria Cira, che si è operata all’anca destra e  che mentre scrivo è ancora in clinica a Faenza. Voglio augurarle una veloce guarigione, veloce perché lei è come la mamma: non sa aspettare; infatti dopo solo 2 giorni pensava che la gamba fosse  guarita e che potesse quasi quasi venire via con la sua Matildina. C’è da dire che nonostante non le trovino le vene lei reagisce meglio di chi le sta vicino e si è già alzata dal letto da sola per andare in bagno. Ieri  la dottoressa l’ha  trovata in piedi ed è stata molto contenta. L’operazione è riuscita bene, le due gambe sono uguali. Certo, quella operata è molto più gonfia, ma lei non demorde e continua a lavorare per tornare presto a casa perché deve anche organizzare la festa di compleanno di Matilde che il giorno 18 dicembre compirà 2 anni. Ancora auguri e forza!

mercoledì 21 novembre 2012

alla Piccola Miniera

Il 30 ottobre noi-altri siamo andati a visitare la Piccola Miniera con Evi, la mamma di Giada Scattu che di mestiere fa la guida turistica. Noi-altri più “vecchi” l’avevamo già visitata qualche anno prima, ma per qualcuno i ricordi svaniscono e così le gite, anche ripetute, sembrano sempre nuove e ricche di belle cose, belle persone da conoscere, bei ricordini da portare a casa. Anche questa volta infatti la sig.ra Giacomelli, la proprietaria, nella foto con Giada, ci ha regalato i sassolini di pirite che hanno a disposizione per le varie visite scolastiche.
 

lunedì 19 novembre 2012

una serenissima collaborazione

Oggi non vi parlerò di animaletti o di fiori particolari che ordino - per così dire - alle mamme del Centro. Oggi voglio parlarvi della collaborazione che è nata tra noi e la Serenissima, la ditta di ristorazione dell’ospedale che prepara il pranzo anche per noi. Purtroppo come tutti sappiamo le mense ospedaliere o scolastiche devono cucinare cose che il dietista mette nel menù settimanale che cambia semestralmente; ma non tengono conto della gola né dei ragazzi né degli operatori. Se ci guardate, nessuno di noi soffre. Il perché è questo: un giorno sono andata a prendere il pranzo e ho sentito un odorino molto invitante, così ho chiesto alla cuoca del momento (Lucia) cosa fosse quel profumo. Lei mi ha risposto: “nel forno c’è la crostata per il bar di sopra”. Tanto ho fatto e chiesto che alla fine lei mi ha detto di telefonare alla capa (Claudia); quindi con la mia faccia tosta ho preso il telefono di servizio e mi sono esposta. La risposta è stata positiva! Avrebbero preparato la crostata ogni volta che noi la richiedevamo. 
La settimana dopo, un’altra collega, Rosanna, è andata e ha trovato proprio il proprietario della Serenissima. Questo è stato molto gentile e le ha detto che ogni nostra proposta di cambiamento nel menù è la benvenuta. Sempre, dico io, nei limiti della decenza! Così questo mio piccolo articolo è un omaggio e un ringraziamento a tutti i componenti della ditta di ristorazione che lavorano con la voglia di soddisfare i desideri gustativi di noi-altri!

 

giovedì 8 novembre 2012

e finalmente Michela!

Ma insomma, chi è questa nuova arrivata nella famiglia-Centro di cui abbiamo parlato negli ultimi tre articoli? Ve lo racconto brevemente. Si chiama Michela, è una bella ragazza di 18 anni compiuti, vive a Portoferraio, ed è appena uscita dalla scuola dell’obbligo. Già un paio di anni fa tentammo un inserimento al Centro nel periodo della fine della scuola, con le sue insegnanti di sostegno, ma questo tentativo fallì e Michela, anche senza apparenti motivazioni, dimostrò di non voler più frequentare il Centro. Comunque il passato è passato appunto e stavolta, quando siamo state invitate ad elaborare un nuovo progetto di inserimento per lei, abbiamo seguito un percorso differente. Michela ha infatti delle caratteristiche per cui è stato necessario fare un percorso speciale, seguire un corso di formazione, preparare gli altri ragazzi ad accoglierla frenando la loro naturale esuberanza, predisponendo degli spazi adeguati a lei. In tutto questo percorso ci è stata vicina non solo la famiglia, che ci ha dato piena fiducia, ma anche Sara, una delle educatrici che l’ha seguita a scuola negli ultimi due anni (con me nella foto di questo post). 
È grazie a lei che adesso cominciamo a camminare da sole, un passetto alla volta, lasciando che Michela impari a conoscerci uno ad uno e imparando noi, uno ad uno, a conoscere lei. Per il momento Michela frequenta il Centro due mattine a settimana: non le piace la confusione, ma le fa piacere se i ragazzi a piccolissimi gruppi stanno con lei.


È affettuosa, furba, birichina, coccolona; la profondità del suo sguardo è senza confine ed è lì che mi incontro con lei, lì che costruisco un’amicizia. Al momento stiamo lavorando con molto impegno all’abbellimento della sua stanza con un paesaggio di pannolenci che sta sorprendendo anche me che lo faccio con lei! 



dico la mia

la Veludo al lavoro
Voglio scusarmi per l’invadenza (3 articoli sono davvero troppi anche per la capa) ma mi sento tirata per i capelli a fare il mio commento. Ho letto l’articolo di Barbara (questo), la preoccupazione e la concentrazione che esprime. Anna mi ha raccontato l’episodio che poi è diventato il suo articolo (questo), ho sentito la sua gioia commossa nel vedere Michela così serena e felice. Certo, lì era con la sua famiglia, ma forse una strada c’è, sicuramente è quella che noi dobbiamo cercare. Noi prepariamo un nuovo inserimento con un sacco di riunioni, con e senza familiari, con e senza specialisti (sempre diversi a seconda delle difficoltà) con e senza assistenti sociali. Ma l’obiettivo che ci poniamo sempre è che ogni persona che viene a far parte della nostra comunità raggiunga il massimo benessere possibile. C’è chi sta bene se è attivo, fa cose che gli riescono bene e viene lodato e complimentato, c’è chi ha bisogno di un suo spazio tranquillo, chi zompetta di continuo e chi ama il materasso, il nostro impegno è cercare quella strada che non sempre è quella che si vede da lontano, a volte è un vicolo cieco, bisogna riprovare, ripartire. In una delle tante riunioni per Michela ho detto: “noi non abbiamo obblighi di legge come la scuola”. È la nostra difficoltà, ma anche la nostra opportunità. Abbiamo sentito troppo spesso la frase: “ci tocca ancora un anno” pronunciata dai professori. A noi non “ci tocca” una persona a scadenza, noi o riusciamo a far parte del suo quotidiano, ad accompagnarla nei momenti belli o meno belli della sua vita, o non ha senso il nostro lavoro. Presuntuose? No, sappiamo bene che non è sempre così, conosciamo i momenti difficili e di sconforto, ma questo non sposta la meta. A volte l’obiettivo si raggiunge, altre no, ma il lavoro, la cura, la relazione possono andare solo in questa direzione. Vedere i nostri ragazzi sereni, soddisfatti, sorridenti come Michela alle Ghiaie. Coraggio Barbara non sei sola, tutto il Centro è in quella stanza! 




un giorno per caso

Vi devo raccontare una cosa bellissima che mi è capitata di vedere ieri pomeriggio alle Ghiaie. Ero con la mia nipotina Matilde che, arrivati ai giochini è scesa dal passeggino ed ha voluto montare subito su un cavallino di legno. Mentre le stavo facendo il verso dello zoccolo del cavallo sulla strada, ho visto una signora seduta sulla panchina dietro di noi. L’ho riconosciuta dalla voce, ma non ricordandomi il suo nome non l’ho salutata. Ho continuato a giocare con Matilde fino a che si è fatto tardi e i giochini delle Ghiaie erano diventati quasi isolati: eravamo davvero in pochi. È arrivata un gruppetto di gente allegra con una ragazza che conosco perché da un mesetto è entrata a far parte della nostra bella famiglia. Lei è Michela. L’allegra brigata era composta dalle sorelle e dal fratello più piccolo di lei. L’hanno subito coinvolta in una serie di giochi: l’hanno fatta salire sulla casina che poi finisce con lo scivolo.


Buffa lei, si buttava di testa! Tutti loro la incitavano, le dicevano: “puoi farcela!” l’unico un po’ titubante era il babbo Roberto, che aveva paura che cadesse. Alla fine il fratello minore è salito sull’altalena e così anche lei. Era felice e vi dirò, anche Matilde, la mia bimba rideva con loro. Insomma, proprio una bella famiglia!





giovedì 25 ottobre 2012

dal taccuino di Martina (di ottobre)

Si cambia mese e quindi altro articolo dal taccuino di Martina. Questo mese è un mese di attese e di nervosismo e mi viene in mente tutto e niente. Ma la caporedattrice Pina, tornata oggi dalla malattia di 3 giorni, ha già punzecchiato affinché io butti giù qualcosa. Non è che sono nervosa perché mi manca il sole o perché le giornate si accorciano, ma perché è già dal 10 di agosto che sono consapevole che subirò un intervento alla tiroide perché ho i noduli ingrossati e questo non è normale. Tante cose della vita non sono normali; tipo i politici che rubano, gli uomini che amano le donne da morire e infatti le uccidono, i figli prelevati con violenza per il loro bene e i tumori che si insidiano nel corpo delle persone. 

Martina e la Contessa


mercoledì 24 ottobre 2012

corrispondenza dall'estero di ottobre

Stamani al ritorno dalle terme dove vado a fare “i fanghi” mi sono fermata dai miei ragazzi. Non li vedevo da una decina di giorni, dalla visita a Marciana. Seduti fuori con Rosanna c’erano alcuni di loro e Mauro, che era l’unico a non vedermi da tempo, mi ha accolto festosamente chiamandomi tante volte, sorridendo felice e “non mollandomi” per tutto li tempo che sono rimasta lì. Naturalmente ho fatto il giro di tutti - giorno strategico: so che giovedì c’è anche Enea! - tutti mi hanno accolto con così tanto entusiasmo che mi sono sentita ancora parte del Centro. Mi dispiace, data l’ora, che non erano presenti Rita ed Anna, uscite per la solita gironzolata. Barbara mi ha dato la copia del giornalino e mi ha annunciato che siamo anche online. È una cosa buona questa; far conoscere il

c'era una volta un muro

tratto da cose di casa del duca di novembre 2009


C’era una volta un … muro: grigio, umido, triste, quasi ci soffocava, limitava lo sguardo e ci incuteva come un senso di chiusura. Ci siamo chiesti: perché non andare oltre? È nata subito l’idea del Murales (l’occasione è stata una donazione della famiglia Lambardi, in ricordo di Lauro). Quale altro tema potevamo disegnare se non la libertà? Così, al posto del muro, ora c’è un grande cielo azzurro, che ci accoglie e ci abbraccia all’infinito. Stanno nascendo case, fiori, alberi, animali, ma questo spazio ci aiuta soprattutto a superare ogni barriera, ogni confine e lascia la speranza, laddove finisce, all’immaginazione e al concetto che ognuno di noi ha della libertà. 

Massimo e Patrizia al lavoro

prove tecniche ... di trasmissione

tratto da cose di Casa del Duca di novembre 2009

Pomeriggio di prove per i nostri cantanti. Si comincia a vedere, anzi a sentire, qualcosa. Tutti partecipano, chi canta, chi batte le mani a tempo, chi canta fuori tempo e non batte le mani. Ma, come in ogni gara, l’importante è partecipare e vi assicuriamo che l’interesse, l’impegno, e quindi la riuscita, sono oltre le nostre aspettative. E non solo! Il clima “sanremese” ha contagiato a tal punto, che cantiamo in macchina, durante le attività, e non sarebbe strano se qualcuno cantasse anche di notte! Perciò i tanto temuti “pomodori” li utilizzeremo … per le bruschette! 


Rosalba, con tutto il suo entusiasmo

martedì 23 ottobre 2012

Zuzzurro, Gaspare e Abdullà

Questo è un articolo che sembra più della Panichi o della Ferrara, ma invece è proprio della Veludo. Da quando sono venuta ad abitare all’Elba sono rimasta affascinata da quelle meravigliose e strane creature che sono i gechi. In tutte le case o le stanze d’albergo che ho abitato a lungo o per breve tempo ho sempre avuto un geco. Carmela era la storica tarantola di Marciana Marina, è sopravvissuta in soffitta al rifacimento del tetto e dormiva in camera mia. Aveva un nome femminile perché era di colore rosa, (invece le portoferraiesi sono grigie o verdi) e la tenevo in camera perché o ero incinta o avevo bimbi piccoli, tutti motivi per evitare gli insetticidi. Nell’albergo che avevo in gestione

venerdì 19 ottobre 2012

le ali per tutti

Era una tranquilla domenica mattina di settembre, ci troviamo all'aeroporto di Marina di Campo, assiepati davanti alla pista con le dita aggrappate nella rete di recinzione. Ammiriamo estasiati le evoluzioni della libellula rossa. Ad un tratto, non si sa come, ci troviamo svincolati dai nostri impicci, dalle nostre sedie a rotelle, dalle nostre paure, e iniziamo a VOLARE… ora siamo davvero liberi. 

settembre 2009

giovedì 18 ottobre 2012

nuove cose

E' il 23 settembre, è domenica mattina, ed è una brutta domenica mattina: sono a casa a Campo, è scirocco e qui quando è questo tipo di vento proprio non si sta bene. Siamo tutti più nervosi, agitati, siamo come il mare in questo versante dell'isola. Ma stamani non è lo scirocco a farmi star male. Domani al Centro inizieremo un nuovo inserimento. "Situazione" complessa, che ha comportato tanta preparazione, riorganizzazione, nuove collaborazioni. Tutta la squadra-Centro ha lavorato per questo nuovo ingresso ma domani tocca a me, in prima persona, accogliere questa giovane donna fra noi. Ci hanno spiegato un sacco di cose su di Lei, sul suo autismo, sulle sue altre difficoltà. Abbiamo incontrato Lei, la sua famiglia, le sue insegnanti di sostegno, le assistenti sociali, il neuropsichiatra. Abbiamo fatto un incontro di formazione specifica. Ma io ho voluto solo ascoltare e apprendere senza farmi pregiudizi.
Io e Sara, l'educatrice della cooperativa Arca che ha
seguito Michela a scuola  e che  sta curando il suo inserimento
al Centro insieme a me
Ma ora ci siamo, siamo arrivati al "giorno prima di ..." e sono invasa dalla preoccupazione. Ogni nuova sfida

ai 2 pini


L'allegra combriccola!
Il 4 settembre (sì, ho detto settembre) siamo andati a salutare la fine dell’estate alla pizzeria “I 2 pini” a Scaglieri. Perché tanto ritardo nell’articolo? 
E pensare che la nostra redattrice Barbara è cosi precisa! Confesso: la colpa è tutta mia. Mi ero presa l’incarico e non ho fatto in tempo a completare il mio compito. Però non sono stata in ferie, ero solo in altre faccende affaccendata. Tornando a Scaglieri, avremmo voluto

giovedì 11 ottobre 2012

pollo agli agrumi


Questi sono gli ingredienti, con le proporzioni per ogni petto di pollo:


il gruppo di lavoro!

¨ 1 petto di pollo
¨ 1\2 pompelmo rosa
¨ 1 arancia
¨ 1\2 limone
¨ 1 scalogno

a Marciana


Il 12 di settembre sarà il compleanno di Rosalba … che si potrebbe fare? Ci eravamo poste questa domanda al Centro e decidiamo per una visitina al cimitero. Avevamo notato infatti che tutti i ragazzi avevano avuto piacere di andare a “salutarla” poco dopo il triste evento, in particolar modo le sue amiche più strette, quelle storiche, quelle di una vita insomma. Anche a noi chiaramente aveva fatto piacere e così pensiamo di organizzare, per fine mese, una “gita” a Marciana. Ma non potevamo non approfittare dell’occasione per portare la nostra esuberante vitalità e presenza nella nuova casa di Martina M. (che ormai tanto “nuova” non è più) e cioè l’Istituto d’Accoglienza Santa Caterina. Sappiamo che non sarà possibile pranzare insieme alle “nonne” perchè: 
  • sicuramente loro mangiano molto presto 
  • probabilmente la nostra esuberanza può disturbare la loro tranquillità. 

un invito nel cassetto


C’era una volta un invito nel cassetto. Ci era stato rivolto da un’amica di nome Rita, che sia io che Martina Panichi conosciamo da un sacco di anni. Rita è la “datrice di lavoro”, nonché amica di famiglia di Marisella e Carla, due delle sorelle di Emanuele. Non sapevamo però che fosse anche parente stretta della nostra Siria. Prima dell’estate, il giorno che andammo a mangiare le crepes, Rita, trovandoci da Norina, ci disse: “Ah! Ma allora una volta venite a mangiare anche da me!” E noi, felici per l’invito, lo riponemmo in un cassetto per tirarlo fuori quando ci sarebbe sembrato il momento giusto. 


Detto fatto, il momento è giunto. Così l’allegra combriccola si è recata al ristorante Il Buchino in centro storico a Portoferraio:l’accoglienza è stata impeccabile, la pizza ottima, la panna cotta divina, la “compagnia” eccellente. Alla fine del pranzo è venuta Marisella a chiederci chi desiderasse il caffè; io so che al ristorante non hanno la macchina per farlo ma Marisella è andata al bar e ha soddisfatto i nostri vizi. Grazie davvero di cuore a Rita e Marco (suo figlio) e a Carla e Marisella. Permettete a me e a Martina P. un pensiero e un ricordo personale per chi eravamo abituate a vedere al Buchino e purtroppo non c’è più: il mitico Gigi e “zio” Giulio. 



una bella novità

In questi giorni stiamo ricominciando con la preparazione delle convenzioni da portare nelle varie ditte che quest’inverno poi ci ospiteranno per mettere a posto biscotti, pancarrè ecc. (il Conad Superstore);per spazzare o raccattare foglie secche, rami spezzati e togliere l'erba dai vasi (I Vivai dell’Elba); per piegare tovaglie, lenzuola e simili (la F.A.P.); mentre da Bernardi andiamo, oltre che per piegare mutande e calzini, per fare con Siria una bella sfilata di moda. Sì, perché lei quando torna a casa mette in croce la sorella Serenella che poi il sabato deve venire a Portoferraio per comprare ciò che la principessa di casa desidera. Nemmeno quest’anno purtroppo sarà possible invece andare “a lavorare” alla Coop, per una serie di impicci burocratici della loro direzione che non vi

da Torino con amore parte terza

Lisanna con la sorella e la mamma 
di Rosanna
Eccomi di nuovo qui a raccontarvi le ultime novità della mia famiglia. A luglio sono venute a passare le vacanze da me, la mia mamma e la mia sorella. Quest’anno sono state qui ben 3 settimane, potete immaginare come ero felice di averle a casa. L’ultima volta che ero andata a Torino era febbraio. Sì, ci sentiamo 2 o 3 volte alla settimana per telefono ma vederla e farmi fare le coccole di persona è tutt’altra cosa. Come tutti gli anni qui al Centro, nel periodo del mare organizziamo delle gite in pineta a Lacona e cogliendo l’occasione al volo hanno partecipato anche loro a questa gita. Anche se è solo la seconda volta che mia mamma vedeva i ragazzi, non immaginate quanti baci e quanti abbracci sono volati addosso a lei quando l’hanno vista. Per poco non me la

mercoledì 10 ottobre 2012

La rimpatriata

L'ho voluta chiamare la rimpatriata: per me che sono riese è stato come ritornare a casa. Adesso vi spiego perché. Eravamo quasi alla fine di agosto, quando ho ricevuto un invito: i bambini del Campo Solare di Rio nell'Elba, dove l'anno scorso ho fatto assistenza ad uno di loro, mi facevano sapere che sarebbero stati felici se fossi andata ad assistere alla loro recita il 31 di agosto, organizzata in occasione del saluto finale del Campo Solare. In un primo momento mi sono sentita lusingata, ma poi quasi intimorita tanto che ero indecisa se andare o meno. Alla fine la mattina del 31 ho deciso: vado! E cosa gli porto? Non volevo certo presentarmi a mani vuote, del resto lo sappiamo che i bambini si aspettano sempre qualcosa. E così ho pensato di portare un bel vassoio di pasticcini. Con la complicità di mio cugino, che è un ottimo pasticcere, gli abbiamo preparato dei buonissimi pasticcini ed alle 14,00 del pomeriggio con circa 40 gradi mi sono avviata con una confezione enorme di pasticcini alla via di Rio. Per la strada immaginavo il momento in cui li avrei rivisti e mi sforzavo di ricordarmi i nomi di tutti: sono una bella squadra e dopo un anno non volevo rischiare di dimenticare il nome di qualcuno. 

un momento di mare insieme a loro
l'anno scorso

martedì 9 ottobre 2012

dal taccuino di Martina (di settembre)

Il 6 settembre “quasi tutti” sono andati in carcere a vedere lo spettacolo che le mie colleghe hanno già ampiamente descritto. Eccomi qui invece per raccontarvi la parte dei non “quasi tutti” che si sono recati alla casa di reclusione, dei pochi intimi che per motivi che dopo racconterò sono rimasti al Centro. Quando ci sono questi eventi non usuali la nostra capa Emanuela organizza il momento affinché l’insolita giornata risulti senza intoppi. Ma secondo me, nel corso della riflessione, aveva delle scimmie urlatrici fuori dalla finestra, che l’avevano disorientata assai. 

ecco le scimmie urlatrici!

Moby Dick, la balena bianca

Il 6 settembre siamo andati ad una rappresentazione che si è tenuta alla Fortezza Spagnola di Portoazzurro. Lo spettacolo era stato creato per gli ospiti “speciali” di quel posto. Si trattava di due racconti presi uno dalla bibbia (quello di Giona) e l’altro di un famoso libro (Moby Dick, la balena bianca). Gli attori erano 22 ospiti più 6 attori professionisti di Livorno e c’era tanto di accompagnamento musicale con regista. Tra gli “ospiti speciali” c’erano algerini, marocchini, senegalesi, e tanti nostri connazionali. La recita in se stessa era molto articolata e difficile. La storia di Giona e del comandante Acab si intrecciavano con dei veri e propri monologhi difficili da interpretare per chi non conosce la realtà di quelle parole. Qualcuno ha anche recitato-cantato un salmo del Corano facendo riferimento alla condizione umana che offende per arroganza o per superficialità il Dio che ognuno di noi crede e professa nella propria religione. 

Noi - all'uscita

Quelle scarpe nuove

Questa mattina il Centro di Socializzazione (quasi tutto) si è trasferito al carcere di Portoazzurro. Siamo stati invitati per assistere ad una rappresentazione teatrale dove i protagonisti, un gruppo di carcerati ed un gruppo di attori professionisti di Livorno, si sono esibiti in una libera interpretazione del famoso romanzo di Melville Moby-Dick. E così tutta l'allegra Brigata (come la chiama Pina) si è trasferita dal Centro di Casa del Duca a Portoazzurro con il nostro "vecchio" Pulmino (l' unico, dato le sue ridotte dimensioni, in grado di circolare all'interno delle viuzze del carcere. Non ci dimentichiamo che il carcere, una vecchia Fortezza Spagnola, è stata costruita nel 1500, quando i Pulmini ancora non esistevano). 

l'ingresso della Fortezza

cos'è questo?

ecco la copertina del primo numero
Cose di Casa del Duca nasce a settembre 2009 come giornalino di informazione periodica, per rendere partecipi le famiglie alla vita del Centro. Nella fase iniziale ci eravamo avvalsi della collaborazione di Laura Cortini, la nostra esperta di grafica, che nel suo laboratorio all’interno del Centro ci aiutò a creare il nome della pubblicazione: Cose di Casa del Duca (sulla falsa riga del giornale di arredamento “Cose di Casa”); ci "creò" la pagina di copertina, ci fornì i necessari consigli e suggerimenti affinché la pubblicazione potesse poi procedere con gli strumenti e le conoscenze in nostro possesso. Il timore più grande era di non avere abbastanza materiale su cui scrivere, per questo motivo avevamo pensato ad un’uscita bimestrale; invece le idee sono sempre state tante, tutti gli operatori hanno da subito collaborato per scrivere un articolo carino. Il risultato è decisamente soddisfacente, e siamo ormai giunti al 4° anno di pubblicazione. In ogni numero ci sono alcune rubriche fisse: l’Editoriale, il Taccuino di Martina, le Brevi di Cronaca, l’Agenda compleanni e la Ricetta del Mese; gli altri articoli variano a seconda dei fatti accaduti al Centro. Il lavoro più consistente svolto dai ragazzi del laboratorio di Computer consiste nell’inserire i testi, spesso lettera per lettera e “Scrivere” è una delle attività che preferiscono. Chi non è capace di farlo viene coinvolto comunque attraverso la scelta delle immagini, dei caratteri o dei colori. Tutto il gruppo partecipa con entusiasmo e l’appuntamento con la stampa del prodotto finale e la “consegna” a casa, è un momento molto atteso. Non meno importante è il riflesso positivo che ha su tutti gli ospiti del Centro, anche quelli che non partecipano materialmente all’attività, perchè comunque nel giornalino si parla di “loro”, anche “loro” ci sono nelle foto, anche “loro” hanno una copia personale da portare a casa.


Per festeggiare il compleanno di Cose di Casa del Duca abbiamo deciso di metterlo in rete e passare così da una visione casalinga a, chissà ... magari qualche migliaio di persone!

chi siamo

L’obiettivo principale del Centro diurno per diversamente abili, nato nel 1984, è fornire una migliore qualità di vita a tutti i suoi ospiti, i quali hanno differenti abilità e quindi esigenze. All’interno del Centro vengono svolte attività ludiche, didattiche, di manipolazione, pittura e piccola falegnameria. Alcuni soggetti vengono accompagnati da un operatore presso alcune ditte per svolgere semplici mansioni nell’ambito di un progetto di Terapia Occupazionale.  Dal 1995 la gestione del centro è affidata alla G. Di Vittorio Società Cooperativa Sociale ONLUS che rappresenta oggi la più grande  realtà  della Cooperazione Sociale Toscana, ed è caratterizzata da una articolata e solida attività di progettazione ed erogazione di servizi diretti ad anziani, disabili, minori, persone a rischio di marginalità. L’orientamento all’utenza è certificata con UNI EN ISO 9001: 2000 che assicura la qualità del servizio. Altrettanto importante è l’attenzione dedicata alla qualità del rapporto con i soci e le persone che vi lavorano attraverso una politica centrata sul rispetto dei diritti, sulla partecipazione, sull’ascolto dei bisogni, formativi e non, degli operatori.