giovedì 12 maggio 2016

un regalo inaspettato

Domenica 3 aprile abbiamo partecipato al concerto dell’Orchestra giovanile degli Ostinati al Teatro dei Vigilanti, il cui ricavato è stato destinato per finanziare un progetto che ci permetterà (si spera) di recarci all’Acquario di Genova. Vorrei descrivere come siamo arrivati in quel teatro ma soprattutto parlare di chi ci ha regalato questa opportunità. Ebbene, dobbiamo ritornare un po' indietro con la memoria e precisamente al giorno del matrimonio di Francesca Puppo. Francesca, come la mamma Emanuela, è convinta che al Centro si possono fare miracoli con cose semplici ma che alla fine trovano sempre un loro utilizzo. Francesca quindi ci aveva commissionato delle bomboniere fatte con il gesso colorato, ma soprattutto dei portacandele per illuminare la sua bella festa nuziale. A questo matrimonio ha partecipato l'ormai noto - quantomeno per i nostri ospiti - maresciallo Leonello Barbacci, nostromo della Capitaneria di Porto di Portoferraio che ha avuto subito, senza nemmeno conoscerci di persona, un'empatia per l'entusiasmo e la diversità che possiamo offrire. 

Il signor Leonello è stato il nostro tramite con il comandante della Capitaneria di Porto Emilio Casale che ha pensato di organizzare questo concerto in occasione della vincita al concorso “Riviera etrusca” dell’Accademia degli Ostinati di Roma, scuola di musica frequentata da sua figlia. Ma ritorniamo a teatro. I ragazzi zompettanti (cioè quelli che non hanno difficoltà di deambulazione) sono saliti sul palco, nascosti dietro il sipario insieme all’orchestra schierata in assetto per la presentazione. L’introduzione è stata fatta dall'architetto Leonello Balestrini che a sua volta ha invitato il sindaco di Portoferraio Mario Ferrari. Ma quello che più mi ha divertito, per la sua umiltà e per la sua leggerezza è stato il maestro Robert Andorka. Come tutti gli stranieri che prendono confidenza con la regione dove sono residenti, si sentiva molto il suo accento un po’ italianizzato. Ad ogni esecuzione presentava l’allievo, con la propria formazione, il brano con tanto di storia, ma soprattutto l’epoca o l’ambiente dove si era sviluppata quella determinata moda di suonare.

L’orchestra era un po’ ridotta, c’erano soltanto gli archi, e proprio in mezzo agli Stradivari è venuto fuori a suonare per noi le “4 stagioni” di Vivaldi un solista. Anche qui c’è stata una bella presentazione del maestro; il ragazzino si chiamava Giona Mason. Il suo respiro era grande e composto come la musica che faceva vibrare nell'aria con il suo strumento, la sua concentrazione era pari a quella di un artista rispettoso del suo ruolo non sono di solista ma anche di parte integrante di un'orchestra. Insomma quello che voglio dire io, è che anche se sapeva di suonare per NoiAltri lo ha fatto con amore e passione. Come ha detto il maestro: “dopo i premi che si possono ricevere, i soldi eccetera, dietro c'è la passione, passione e devozione.” I nostri ragazzi non si sono persi neanche un attimo di questa occasione. Hanno partecipato anche facendosi delle foto. 

Io invece non ero troppo presente a quello che succedeva dietro le mie spalle, ero per così dire in un'altra dimensione; forse in un'altra epoca o in un'altra vita chissà, magari vissuta veramente. Davanti a me sfilavano dame del Rinascimento con i loro abiti merlettati, con le loro parrucche arricciolate polverose di borotalco, con i loro ventagli eccetera. Sì, mi vedevo proprio lì, ero talmente suggestionata da tutto questo che non ho neppure pensato ad aiutare le due mie colleghe prese a risolvere qualche problemino. Mi scuso con loro ma è stato bellissimo vivere e rivivere quelle “pizzicate” e quelle stagioni passate.





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