martedì 31 marzo 2015

la sbrisolona

Questa mattina ho voluto provare con i miei ragazzi a fare un dolce che non avevo mai fatto: la sbrisolona. Devo dire che è molto semplice, anche i bambini possono farlo. eccovi gli ingredienti: 
  • 250 gr di farina
  • 150 gr di farina di mais
  • 250 gr di zucchero
  • 1 bustina di vanillina
  • 200 gr di mandorle (tritate)
  • 200 gr di burro
  • 2 tuorli d’uovo
  • 1 limone
  • ½ bustina di lievito
siete pronti per incominciare? Allora … sul piano di lavoro versiamo i 2 tipi di farine mischiate e facciamo un buco al centro. In questo buco ci mettiamo 200 gr di zucchero (quello restante servirà per metterlo sopra al dolce dopo cotto e raffreddato) la vanillina, le mandorle, la scorza del limone, i tuorli, il burro ed il lievito. Con la punta delle dita impastate fino ad ottenere un impasto omogeneo ma leggermente sbriciolato. Imburrate ed infarinate una teglia tonda. Prendete l’ impasto della torta e fatelo cadere a fontana nella teglia. Infornate per 30 minuti a 180°. È pronta? Anche la nostra e guardate qui come è venuta … 

martedì 24 marzo 2015

roba da "pazzi"!


E poi dicono che l’ospedale di Portoferraio funzioni a 360° … Dovete sapere che venerdì 27 sono andata all’ospedale perché dovevo fare la preospedalizzazione per un’operazione al naso. Ho fatto le una e mezzo per una serie di motivi: dapprima le analisi, poi al primo piano l’elettrocardiogramma e poi dulcis in fundo la visita anestesiologica. Ebbene, la mattina sono arrivata alle 7,30 perché dovevo parcheggiare e visto che era venerdì trovare un buco nei pressi dell’ospedale è una vera impresa, poi anche tutto il resto è stata una vera passione! Prima le donne incinta, poi chi aveva urgenza, poi quelli che avevano prenotato e dopo finalmente “noialtri”. Dovevo ancora fare l’esame cardiologico; faccio velocemente colazione e mi dirigo al primo piano dove sapevo che mi avrebbero chiamato. Non trovo la porta n°38 e vado da un’infermiera a chiedere. Questa era al computer. Chiedo scusa e le domando: “devo fare l’elettrocardiogramma” la sua risposta: “mi fa piacere per lei!” Per quanto riguarda la stanza mi dice che non la conosce. Sconfortata e arrabbiata per la risposta così insolente cerco da sola la stanza 38 e aspetto. Finalmente dopo un po’ di minuti esce un’altra infermiera e mi chiama. Oramai ero calma … e meno male, perché il battito del mio cuore così pazzo era bene ritmato. Faccio l’esame ed esco. Devo aspettare la visita dell’anestesista. Aspetta ed aspetta mi vado a fare un giretto. Alle 12 sono davanti alla porta n°21. Aspetto di sentire il mio cognome ma niente … c’erano i soliti dializzati che dovevano ricoverarsi, un signore che per causa non accertata aveva perso la vista, poi finalmente “noialtri”. Verso le 13 esce l’ultimo paziente. Mi dirigo verso la porta ed entro. Sto per dire chi sono quando vengo letteralmente aggredita da uno che come me stava aspettando. Gli faccio presente che sul foglio c’è l’ora, ma lui niente. Allora mi rivolgo alla signora che mi aveva qualche giorno prima dato l’appuntamento all’ora x. Ebbene, lo sapete qual è stata la sua risposta? “Io sui fogli scrivo a tutti la stessa ora!” Insomma … non mi hanno preso al reparto di igiene mentale perché era già pieno di gente sicuramente più normale di me!      


venerdì 20 marzo 2015

novità in pentola - 4

Cari amici, anche in questo numero a farci venire l’acquolina in bocca, in veste di illustre ospite, abbiamo lo chef Alvaro Claudi. Questa volta ho scelto il suo “polpo lesso” perché leggere la sua ricetta mi ha riportato un bel po’ indietro negli anni. Visto che non sono proprio giovanissima, ho avuto anch’io il piacere di conoscere il “polpaio”, mi ricordo benissimo di questo signore, Elio Cioni, di cui fortunatamente ho trovato una foto su internet, così come ho trovato questa foto del nostro Chef all’opera proprio con il polpo lesso! Buona lettura e buon appetito!
Barbara 




mercoledì 18 marzo 2015

il nostro carnevale speciale 2015


Anche quest'anno abbiamo rinnovato il nostro appuntamento con il Carnevale. Data la Pasqua alta, il carnevale ha avuto breve durata e non abbiamo avuto il tempo disponibile per inventare come negli anni precedenti delle maschere "fai da te". Per non deludere i nostri ragazzi ed accelerare i tempi ci siamo rivolti ad internet, dove abbiamo trovato una grande scelta di maschere ad ottimi prezzi e con il contributo delle famiglie, siamo riusciti a dare ad ogni ragazzo la soddisfazione di scegliere ed indossare il costume che desiderava! Grazie anche alla professionalità di Barbara e Martina (le nostre educatrici) che con molta pazienza hanno aiutato ognuno a fare la scelta giusta. 

Un pasto veloce e via ... tutti a mettersi finalmente i nuovi costumi e a truccarsi, pettinarsi ed eccoci pronti, la festa può finalmente cominciare! Vincenzo dà “fiato alle trombe” … pardon, volevo dire attacca la musica e nel frattempo arrivano genitori, amici, parenti. Tutti ritrovano il clima di sempre, festoso, accogliente, amichevole fatto di gesti semplici ma sinceri con i quali comunichiamo affetto e disponibilità. I ragazzi si scatenano: balli, piroette e per chi non li può fare, ci pensiamo noi operatori a farli ballare con le carrozzine. La festa incalza ed arrivano le due sorelle multifunzionali - Daniela e Maura - che da volontarie della pubblica assistenza all'occorrenza si trasformano in animatrici!

giovedì 12 marzo 2015

dal taccuino di Martina (quello di febbraio 2015)

Donneeeee! Lo so che mi aspettavate come un’ape che non vede l’ora di succhiare il nettare di quel fiore, come Grisù e Lulita che non vedono l’ora di mangiare i biscottini la sera dopo la loro cena, come una mosca non vede l’ora di andare sulla cacca e come diceva la grande Alda Merini: “le mosche non moriranno mai perché di cacca ce n’è davvero tanta in giro”. Ecco ho reso l’idea? Almeno credo. Insomma, come sempre, sono arrivata in ritardo, giustificando la cosa che le persone intelligenti arrivano in ritardo e mi sono unita al loro aperitivo, ovviamente analcolico, ma mi sono rifatta dopo. E dopo il nostro primo saluto alla congiunzione annuale, abbiamo fatto il giro delle 7 chiese, per tornare poi a cena al “Pepe Nero”, come 3 anni fa. Io sono a dieta, ci dice Carlina mia, quindi non consideratemi per il vino, io sono astemia, dico io, ma un bicchier di vino bianco non lo rifiuto stasera, io bevo, dice To-Pina. Le mie amiche si sono regalmente scelte una cena adeguata alla dieta e al “non posso mangiare molto”, io … “a me porta una frittura di calamari senza gamberi per cortesia” e mi è arrivato un piatto enorme, mentre alle mie amiche era “regale e compito” il loro piatto. ’Sta cofanata di fritto tra un bicchierino di vino e l’altro è andata giù una meraviglia, e abbiamo scelto anche le verdurine, perché noi siamo tanto brave e la verdura fa tanto bene, di più la frutta. Ora lo so donne, che vi piacerebbe sapere che ci siamo dette, ma donne mie, io vi avevo avvertito che noi non spettegoliamo ma ci aggiorniamo, perché siamo tanto brave. E ci siamo aggiornate davanti alla bottiglia del vino bianco a giusta temperatura, davanti ai tonni delle mie amiche, ai totani fritti e alle verdure. Noi siamo molto brave e buone. Non è ancora certo, ma abbiamo pensato di aprire un negozio di soli cappottini! 



N.B. I cappottini descritti sono giusto per finire il discorso; in effetti a noi 3 di cosa fanno gli altri sinceramente e ’un ce ne frega niente, perché il nostro motto fin da sempre è: vivi e lascia vivere! 







il muro di bottiglie!

Il nostro separé di bottiglie finalmente è finito! Non è stata un’impresa da poco realizzare un muro riciclando le bottiglie dell’acqua; un muro ad altezza d’uomo (circa un metro e 70) per un perimetro di 9 metri, utilizzando più o meno 2450 bottiglie in gran parte riciclate al Centro ed in parte rimanenti da quelle che ci avevate mandato per realizzare l’albero di Natale del 2013: ricordate quell’albero enorme fatto con le bottiglie dell’acqua, le stelle e i tortiglioni azzurri? Ma torniamo al nostro muro. Il progetto è nato proprio di conseguenza a quell’albero di Natale dato che erano rimaste molte bottiglie e voi vi eravate affaccendati per rifornircele; buttarle via ci sembrava un peccato. Il muro avrebbe potuto risolvere il problema che avevamo con i bagni delle ragazze, avendo le porte direttamente nel salone la privacy era molto limitata. Così, pensando di fare cosa utile per il Centro e in modo particolare per le ragazze, ho sottoposto il mio progetto alla Veludas che ponderata bene l’idea si è messa a fare l'architetto e … povera me! 

mercoledì 11 marzo 2015

lettera d'adDio

Mi ricordo che la prima volta che vi ho visto ero a una festa. Forse la prima volta che sono venuta a Poggio per la festa della castagna. Noi tutti coperti nei nostri cappotti. Voi però no. Eravate in un “letto”. Non ho chiesto a nessuna delle mie amiche chi eravate. Poi sono venuta al lavoro ed ho detto ad Emanuela ciò che avevano visto i miei occhi. Emanuela mi ha detto. Mi ha detto che siete in due, Enea e Giulia, che siete nati (ora lo so) il 14 febbraio e il 7 ottobre. Che da piccini camminavate e parlavate come tutti i bimbi. Poi, vi siete ammalati. O meglio, la malattia era già nata con voi. Una malattia di merda mi viene da dire. Ma tutte le malattie sono di merda. Lipofucinosi ceroide. Davvero? Davvero esistono queste cose? Davvero due fratelli hanno la stessa malattia? Davvero porta a questo? Davvero … ? Basta Marti, penso, è davvero vero. Poi sono passati tanti anni e io mi sono dimenticata. Le mie cellule no. 
Vi avevo messo da una parte. Poi siete cresciuti fino a che c’è stata fatta la proposta di avervi nel nostro centro. Paura. Paura della malattia. Non si conosce. Ci informiamo. C’è tanta tensione al Centro per il tuo arrivo Enea. Saremo in grado di capirti? Tu parli un linguaggio a cui ti sei dovuto adeguare. Parli con gli occhi. Io di rado ero con te, ma chi ti è stato molto vicino, Nila, Anna, Rosy, Antonella, Nicoletta, sono in grado di capirti. Io no. Io parlo il linguaggio che tutti parlano. E a volte non ci si capisce nemmeno così. Con te ci sto quando c’è necessità. E ci sto bene quando sei tranquillo e dormi, certo che ti copro se penso che hai freddo, certo che con le salviette ti rinfresco, certo che ti levo quel ciglio che hai sulla guancia ed esprimo il tuo desiderio. Ma non ci sto volentieri da sola quando sei agitato. Mi dispiace di non essere così forte, forse sottovaluto la mia capacità di salvarti se c’è bisogno. Avevo paura di essere sola e infatti poi sono stata sola il 28 febbraio quando sei andato via per sempre. Emanuela era in ferie. Chiamo Emanuela Maffei. Ho bisogno di condividere questo dolore. È troppo per me. Ma ora che sei diventato il nostro angelo sono contenta di essere stata con te, ma sono contenta anche che non hai avuto bisogno di me. Come se tu più di questo non avresti voluto da me. 

martedì 10 marzo 2015

buone nuove

Ecco ci siamo, abbiamo il nostro nuovo volontario del servizio civile regionale: sì, per fortuna il mondo è davvero pieno di giovani generosi che decidono di dedicare parte del loro tempo ad attività di solidarietà sociale. Come nel bando precedente, la possibilità di impiego per i volontari spaziava tra diversi tipi di servizi rivolti agli anziani, ai bambini, alle pubbliche assistenze ma il nostro volontario ha scelto, come Giada lo scorso anno, la disabilità. Ma le somiglianze finiscono qui perché questa volta di tratta di un maschio e non di una femmina, di origine portoferraiese e non dell’altra sponda del Mediterraneo, di frequentazione cattolica e non mussulmana. Si chiama Fabrizio Puccetti, ha 22 anni e, per ora, è qui per conoscerci e vedere come potrà in futuro rendersi utile, a noi non mancheranno certo le idee! Ma quello che davvero ci auguriamo è di poter essere noi a renderci utili nel delicato e difficile percorso di sviluppo della persona che Fabrizio vorrà diventare.



febbraio 2015

Amici, famiglie … eccoci qui. Anche il mese di febbraio ha visto accadere cose belle e cose molto brutte. La nostra Giulia non ce l’ha fatta. Si narra che un bel principe azzurro sia venuto a prenderla con il suo cavallo bianco per portarla nel suo splendido castello dove pare stiano ballando giorno e notte accompagnati dal sorriso di suo fratello Enea e da quelli di tanti altri angeli … 
La bella notizia invece che volevo darvi riguarda la donazione dei club Lions e Rotary di Portoferraio che in occasione del Natale si erano uniti per poterci regalare una poltrona tipo “job” per agevolare il nostro lavoro quando portiamo i ragazzi con difficoltà di deambulazione al mare. Eccola qui! Poltrona arrivata!  E con questo lascio la parola alle mie colleghe … tra l’altro questo mese ognuna di loro mi ha scritto almeno un pezzo e di questo le ringrazio infinitamente, se non ci fossero loro … non ci sarebbe Cose di Casa del Duca!
Al prossimo mese, Barbara

  


ecco i compleanni del mese:
14 febbraio - Enea
C'è stato un momento
in primavera
quando correvo
le voci
i volti
senza riconoscere
gli amori.
Folle di doglie
partorivo
parole
che morivano
appena nate.
Ora ho un figlio
che si chiama
fantasia
e lo lascio andare
fino a domani
per fermare il tempo
su un fiore bianco.
Enzo Aprea


 e poi ...

lunedì 9 marzo 2015

pout-pourri di verdure

Lavare e asciugare le melanzane e le zucchine, spuntatele e tagliatele a fettine fini. Su una piastra ben calda grigliarle da entrambi i lati, una volta cotte, adagiarle su un vassoio. Condirle con un preparato insaporitore per verdure grigliate, olio, sale e, per chi piace, aglio e prezzemolo.





martedì 3 marzo 2015

una simpatica leggenda

Toglietemi una curiosità … Qualcuno di voi sa quali sono esattamente i giorni della merla? Io no, infatti martedì 27 ho acceso il computer e, curiosa come sono, ho fatto una ricerca su internet. Dopodiché, sono corsa dalla Panichi - l’educatrice ALTA, e dalla Grasso - l’educatrice BASSA, e ho detto: “Ragazze, perché non scriviamo qualcosa sui giorni della Merla?” Detto fatto … è toccato a me. Allora eccovi qui la leggenda che ho trovato. Spero che piaccia anche a voi com’è piaciuta a me.

LA VERA STORIA DEI GIORNI DELLA MERLA

Sapete quali sono i giorni più freddi dell’anno? 29, 30 e 31 Gennaio. Ma non è sempre stato così: tanto tempo fa, gennaio aveva 28 giorni poi una volta i merli, che allora erano bianchi, sottovalutarono la potenza del Generale Inverno. Quello si arrabbiò davvero …

C’era una volta … prima che le leggi della natura fossero spiegate dagli scienziati, a farla da padrone era il terribile Generale Inverno che mandava neve e gelo sull’intero globo terracqueo. Il suo potere era concentrato nei mesi di Dicembre e Gennaio, mentre già in Febbraio il vecchio Generale era influenzato dalla primavera e si faceva più mite. Anche i mesi non erano tutti uguali a quelli di oggi, infatti Gennaio aveva 28 giorni e Febbraio 31. In uno di quei freddissimi mesi di Gennaio la terra era ricoperta da una coltre bianca ed anche i merli erano bianchi, ma proprio tutti bianchi tranne, come oggi, il becco giallo. Fu così che un anno, il 28 Gennaio, i merli uscirono dai loro nidi contenti che il periodo per loro più difficile stesse per finire. Già si vedeva qualche filo d’erba spuntare da sotto la neve e sotto i primi pallidi raggi di sole, cominciarono a prendersi gioco del buon vecchio Generale Inverno. Soprattutto le merle femmine che, come nella gran parte delle specie animali, avevano la lingua più lunga iniziarono a vantarsi dello scampato pericolo: “Anche quest’anno ce l’abbiamo fatta. Il Generale inverno non fa più paura a nessuno. Ha appena la forza di rinfrescare per un paio di mesi. Domani sarà Febbraio ed il vecchio Generale non sarà più capace di fare niente!” L’orgoglioso Generale, tollerò per un po’, ma poi sentendosi sbeffeggiato da quegli insignificanti uccellini (al suo cospetto erano effettivamente piccoli e indifesi) montò su tutte le furie e sbottò: “Voi bianchi pennuti mi avete stancato. Vi farò pentire di aver preso in giro il potentissimo Generale Inverno! Avete voluto scherzare, ma adesso la pagherete!” Ciò detto raccolse tutte le forze, gonfiò il petto e con le sue enormi manone strappò 3 giorni a Febbraio e li attaccò alla fine di Gennaio. Quindi scatenò la più grande bufera di tutto l’inverno: vento gelido e neve per 3 giorni come non si era mai visto. I merli che stavano festeggiando in anticipo la fine dell’inverno smisero subito di ridere e scherzare e cercarono conforto nei loro nidi. Ma il vento era troppo potente ed il gelo arrivò anche lì. Allora cercarono riparo tra gli alberi o sotto le tettoie, ma il freddo li raggiunse implacabile. Alla fine per trovare un po’ di tepore si rifugiarono nei camini delle case. Passò quindi il 29 Gennaio ed il freddo aumentò, passò anche il 30 e continuò a nevicare, arrivò il 31 e fu il giorno più freddo di tutto l’anno. I merli si salvarono restando appollaiati per 3 giorni nei tiepidi camini in cui si erano rifugiati. La sera del 31 Gennaio, la tempesta si placò e la temperatura iniziò a risalire. Il Generale Inverno aveva terminato la sua prova di forza e, soddisfatto, poteva lasciare spazio ad un Febbraio in cui avrebbe condiviso il tempo con la fresca primavera. Finalmente i merli poterono uscire dai loro ripari di fortuna. 
Iniziarono a becchettare i primi fili d’erba che spuntavano per placare i morsi della fame. Appena furono più tranquilli, finalmente alzarono gli occhi e guardandosi gli uni con gli altri, videro che qualcosa era cambiato: le loro piume bianche, dopo i 3 giorni trascorsi nei camini, si erano impregnate di fuliggine ed erano diventate tutte nere. Provarono a lavarsi in qualche pozza di neve sciolta, si strisciarono le piume nelle prime foglioline verdi, si becchettarono le penne l’un l’altro … non ci fu niente da fare: il nero non se ne andò ed il loro piumaggio bianco fu perso per sempre. Il Generale Inverno si godette lo spettacolo, quindi tirò fuori il suo vocione e disse in tono stentoreo: “Che questo vi serva da lezione a voi e a tutti gli animali; non si scherza con le stagioni, con il freddo, con il clima. Non ci si può prendere gioco della Natura. Da oggi in poi Gennaio avrà 31 giorni e i suoi ultimi 3 saranno i più freddi dell’anno. Per ricordare a tutti questa storia voi merli, che più di tutti avete scherzato, porterete per sempre queste penne nere”. 

Da allora sono passati tanti anni ma ancora oggi Gennaio ha 31 giorni ed il 29, 30 e 31 sono i giorni più freddi dell’anno e sono detti i giorni della merla. I nerissimi merli stanno lì a ricordarci questa storia dalla quale abbiamo imparato che se durante l’inverno c’è un giorno di sole, è meglio goderselo in silenzio, allentarsi la sciarpa, togliersi il berretto, alzare lo sguardo e sorridere al cielo blu, il Generale Inverno apprezzerà. Per tutti gli altri giorni dell’anno dovremmo guardarci bene dal sottovalutare la forza della Natura per non rischiare di ritrovarci un giorno tutti neri come gli spazzacamini di Mary Poppins! Certo oggi il Darwinismo, l’Archeologia, l’Antropologia Culturale, la Fisica dell’Atmosfera e la Diffusione Massificata del Goretex e degli uccellini da appartamento ci insegnano che la storia non è proprio andata così, ma a volte è meglio raccontare la Leggenda.
 

lunedì 2 marzo 2015

ai posti di combattimento!


È gennaio e si riprendono le attività esterne. Come tutti sapete alcuni ospiti del Centro partecipano attivamente ad alcune attività che vengono effettuate fuori dalla struttura. Abbiamo avuto un lungo periodo di ferie forzate dovute un po’ al cattivo tempo, un po’ alle feste natalizie ed un po’ a influenze varie; ma ora siamo tutti ritornati pronti a ripartire per nuove avventure. A proposito! Siete curiosi di sapere cosa stiamo facendo come attività interna? Dovrete aspettare ancora un po’ e tenervi la curiosità!