Ci si sente in colpa come un bambino che quando vede i genitori che litigano o urlano pensa che forse è colpa sua e allora cerca di essere ancora più bravo e diligente e non farà più arrabbiare mamma e babbo così non litigheranno più. E allora non si fa più niente, si gioca in silenzio, non si fa più il bambino, ma il piccolo adulto così non si sentono più le urla. Ecco come ci si sente quando abbiamo un amore sbagliato. Che assurdità chiamarlo amore. L’amore è un'altra cosa. L’amore è la pace. Noi invece viviamo nel terrore e nella paura. Ma voglio iniziare da principio.

Salgono sul palco Roberto, che vedo per la prima volta, Marta Donalizio, la psicologa che gestisce insieme ad Elisa Casini, I.S.I.D.E., lo sportello di ascolto per le donne, e l’assessore all’istruzione e le pari opportunità del comune di Portoferraio Adonella Anselmi. “Iside” è aperto ogni 1° mercoledì del mese dalle 9:30 per 2 ore ed ogni 3° mercoledì del mese dalle 15:30 per 2 ore. “Iside” perché dea dell'amore. Il mito “Iside” e Osiride, è quello più famoso della mitologia egizia. “Iside” dea degli egizi ma anche della maternità e della fertilità. L’assessore racconta che tante donne in una realtà così piccola come l’Elba si sono già rivolte a questo sportello, per fortuna ma purtroppo. Le luci si abbassano e subito c'è una ragazza con un forte accento romano illuminata da un rettangolo di luce a emulare una donna all’interno di un pozzo. Ormai parla solo la sua anima dicendo come è possibile che nessuno in 3 mesi sia andato a vedere nel pozzo dietro casa. Tre mesi! Questa ragazza è Gaia. Io sono stata per 4 estati consecutive la tata di Gaia e Janick, suo fratello, che quando i genitori me li hanno affidati, Yanick aveva un anno e mezzo e Gaia faceva la seconda elementare. Scusa Italia se mi faccio in quattro per vivere un po’ meglio. Scusa Italia? Italia, se posso e se lo trovo lo faccio un secondo lavoro perché solo con il mio sopravvivo e basta. Ma anche questa è un’altra storia. Mi emoziono subito vedendo Gaia, che le ho insegnato a leggere l'orologio e non solo. E ora la vedo donna. Nella seconda scena ci sono 6 ragazze, tutte sedute una accanto all'altra, sulle sedie, ognuna dice una cosa, sono vestite di bianco, sono le anime di ogni donna uccisa e ognuna di loro dice cose precise: mi faceva regali, mi portava a cena, un anello, mi telefonava, mi guardava, mi seguiva, diceva che mi amava, mi diceva che sono cambiato e invece mi controllava. Poi mi ha ucciso. Le alternanze di scene e di canzoni, strumentate da ragazzi che alcuni conosco alcuni no. La prima di Mia Martini … donna come l'acqua di mare, chi si bagna vuole anche il sole, chi la vuole per una notte, c'è chi invece la prende a botte … Nella terza scena ci sono ancora le attrici vestite di bianco, sono le loro anime che parlano, sedute sui pancali colorati di bianco e raccontano ognuna la propria storia, dove l’iraniana timida incitata dalle altre racconta di come è stata lapidata e di come il padre e il fratello applaudissero a vederla morire. Oppure quella donna che era andata a prendere dello zucchero dalla vicina di casa. L’avevo sentita varie volte che diceva me ne vado da questa casa … ma lui l'ha uccisa e ha ucciso anche me. Che c'entravo io? Ero lì per lo zucchero. E poi avanti con Riccardo Cocciante e ancora De Andrè, Bertè e poi Vasco infine la Mannoia. Lo spettacolo prosegue e le emozioni sono forti. Lo spettacolo è madido di dolore, nonostante sia reso anche in forma ironica in alcuni passaggi. Alla fine una ragazza/attrice ha raccontato la sua esperienza di violenza subita nonostante la giovane età. Ti racconto allora la mia di esperienza. Mi ha picchiato varie volte, una volta perché secondo lui l'avevo chiamato con un altro nome, una volta perché mi ero permessa di mettermi un po' di fard e siccome sarei andata in sede a Massa, la sede della Di Vittorio nel suo capo bacato avevo qualcuno a Massa. Aveva preso il fard e me l'aveva scaraventato nel muso di m**** che mi ritrovavo. Ma mi amava. Così diceva. Altre volte non ricordo perché ma tanto trovano sempre la scusa e ti fanno sentire in colpa e noi ci sentiamo in colpa ovviamente. Mi sono stufata e sono andata dai carabinieri, quelli vicino alla Capitaneria di porto. Il carabiniere, con un forte accento del sud, mi ha detto: “ti ama così!” Mi ama così? Ora a distanza di tanti anni sono dallo psichiatra perché non mi fido degli uomini. Tornando invece alla macchina e alle sue spie rosse, ho chiesto aiuto a un ragazzo che passava di lì, è stato gentile e mi sono sentita forte dopo questo spettacolo. Grazie ragazzo - non ti ho chiesto nemmeno chi eri - grazie Maria, grazie Franco-Francesco, grazie Roberto, grazie musicisti, grazie a tutti e grazie soprattutto a me che nonostante le scelte sbagliate dettate dalla paura, ora posso dire cosa non voglio più vivere. E grazie a me perché se fossi rimasta in quella casa sarei stata complice della mia fine. Non andiamo mai più all'ultimo appuntamento, perché davvero potrebbe essere il nostro ultimo giorno di vita. Grazie ragazzi, cantanti, attori e musicisti e regista, grazie perché con quello che avete trasmesso con il vostro dare, date a noi donne la capacità di scegliere di salvarci. Perché gli uomini non cambiano. Io credo che solo l’insegnamento ai figli ad amare e non a possedere, sia la cosa giusta da fare e questo può succedere solo non reprimendo le emozioni ma comprendendole. L’uomo in gruppo è più cattivo. Quando è solo ha paura.
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