martedì 27 ottobre 2015

un sabato in carcere 1

Anche se è sabato ci siamo organizzati volentieri; Annalisa, Valter, Fabrizio ed io abbiamo accompagnato i nostri ragazzi al carcere di Portoazzurro. L'invito era arrivato qualche giorno prima per vedere il Malato Immaginario di Molière. La famosa commedia è stata interpretata da alcuni ospiti del carcere, affiancati dalla compagnia teatrale il “Carro di Tespi”, diretti dalla signora Manola Scali, ideatrice del laboratorio teatrale nel penitenziario di Porto Longone e resa possibile grazie a tutte quelle persone che lavorano per la riabilitazione degli ospiti. Di buona mattina insieme a Valter siamo andati con il pulmino a prendere i ragazzi a casa, a Marciana e Marina di Campo, ci siamo poi tutti riuniti al Centro da dove siamo partiti per la nostra avventura. All'ingresso del carcere la Polizia Penitenziaria ci saluta cordialmente, sale sul pulmino per salutare i ragazzi e ci scappa anche qualche battuta, che fa ridere ragazzi e “padroni di casa”. Questa volta Valter ci accompagna con il pulmino fin dentro il cortile adibito a teatro, con una manovra da far invidia a Nuvolari. Ci sediamo, prendiamo i primi posti perché siamo arrivati con largo anticipo e siamo i primi ospiti. I ragazzi sono incuriositi dal movimento che vedono dietro le quinte. Si avvicinano a noi gli addetti ai lavori, ci salutano e ci ringraziano di essere presenti, noi ricambiamo volentieri. Aspettiamo … aspettiamo … intanto gli attori si preparano. È tutto pronto per la rappresentazione, ma siamo ancora gli unici ospiti. Mi passa un pensiero nella mente: “vuoi vedere che oggi è sabato e sono rimasti tutti a casina sua?” Ma mi sbaglio, all'ultimo momento ecco arrivare gli altri, anche se in versione ridotta perché manca una parte dei dirigenti. Lo spettacolo inizia e tutti ci concentriamo sugli attori. Questa volta il racconto permette un'interpretazione più leggera e gli attori ne approfittano rendendolo divertente e di facile intuizione. Tutti i ragazzi ridono, mi battono sulla spalla, qualcuno mi tira per un braccio, per farmi partecipe al loro divertimento. Le risate si susseguono e le facce dei ragazzi sono veramente radiose ed io, che in quel momento inizio a sentire la stanchezza per la levataccia fatta questa mattina, mi guardo intorno e vedendo quell'allegria, mi passa la stanchezza e mi metto a ridere insieme a loro! 




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