Vi ho recentemente raccontato in un giornalino come la nostra capa Lucia e la sua assistente Manu vivano spesso le giornate qui da noi - a meno che non ci siano problemi particolari da affrontare - quasi come una vacanza. Non succede solamente a loro e devo confessare che anche io, se devo dedicarmi solo ai ragazzi, mi sento a “mezzo riposo”. La prima settimana del mese è sempre complicata da incombenze con precise scadenze: la chiusura delle casse in tempo reale, le ore lavorate per l’elaborazione delle buste paga entro il giorno 4, le presenze e gli importi per fare le fatture entro il 6 … e così via.
Nel mese di luglio, poi, c’è l’avvio dei campi solari, sempre incerto fino all’ultimo momento: quante persone serviranno? Per quante ore? Dove? Così, risolte queste questioni ed impostate le sostituzioni ferie del domiciliare, dall’8 luglio ho deciso di dedicarmi un po’ ai ragazzi, che nelle ultime due settimane praticamente non mi avevano vista. Mi sono proposta per cucinare un pranzo dell’orto e ho inventato una lasagna (che per ora non vi svelo e poi vi spiegherò il perché) che mi ha permesso di lavorare come “cuoca” qualche ora per tre giorni. In questo modo ho avuto un sacco di collaboratori e molti ospiti sono potuti venire in cucina con me chi per una cosa, chi per l’altra. La ricetta poi è così piaciuta che le colleghe mi hanno consigliato di riproporla per il prossimo pranzo di primavera, ecco perché non posso descriverla adesso. 
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