martedì 11 febbraio 2014

amore senza confini

tratto dal giornalino di luglio 2011

Oggi, vi voglio parlare d’amore. Di un amore puro, che fa venire i brividi solo a pensarci. Probabilmente ogni tipo d’amore ha attraversato momenti di gioia e momenti di difficoltà, ma cercherò di trasmettervi ciò che ho visto, vi presto i miei occhi, cerco anche di farvi provare ciò che ho provato. Il 15 luglio, venerdì, abbiamo fatto la gita a giornata piena con tutto il centro e siamo andati a Lacona. Chi era andato a farsi un bagno, chi era rimasto come me e altri ragazzi in pineta. Dopo all’una ci siamo riuniti tutti in pineta a pranzare la bella insalata di riso fatta da Nicoletta e da altri ragazzi e i panini fatti da Annalisa con il salame e maionese. Dopo aver mangiato, come nostro solito, abbiamo cantato con l’aiuto di Vincenzo, che aveva portato la chitarra con lo scopo di divertirci tutti insieme. Nel momento della cantata collettiva, altre persone a noi sconosciute e anche loro con l’intento di passare una giornata diversa, ci guardavano, perchè non solo non passiamo inosservati dallo spazio che occupiamo, ma siamo anche coinvolgenti ... chi veniva via dalla spiaggia e necessariamente passava al nostro fianco, faceva una piccola tappa e si metteva a cantare con noi, chi invece passava dritto, chi invece mangiava in pineta si alzava e si avvicinava titubante, e tanti bimbi mano nella mano alle proprie mamme, si fermavano, chi invece continuando a camminare per la propria strada, senza fermarsi che si metteva a cantare ... Insomma di fronte alle nostre feste nessuno può resistere. E in un momento di massima attività canora, mi sono girata un attimo e ho visto una coppia di anziani, che si tenevano sottobraccio e che si sono fermati attratti dalla nostra “amabile confusione”. Mi sono soffermata su quella coppia e ho notato una cosa che mi ha fatto emozionare: la donna, con un cappello di paglia in testa e con un paio di occhiali da sole, parlava a suo marito. Il suo volto era rivolto verso il nostro gruppo. L’uomo, anche lui con un cappello in testa e anche lui con un paio di occhiali, ascoltava la donna. Ma il suo volto era dritto, non ci guardava. Solo a quel punto ho capito che l’uomo era cieco, un diversamente abile, come i nostri bimbi. Mi sono rivolta a Emanuela, che era al mio fianco, e le ho detto “Guarda quella coppia, che meraviglia d’amore che hanno”. Poi se ne sono andati, tenendosi ancora sottobraccio. Il lunedì, a fine riunione, Emanuela, mi ha dato una cosa che aveva precedentemente scaricato da internet, la poesia di Eugenio Montale “Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale” poesia a me sconosciuta e che vi facciamo leggere nella pagina qui a fianco. Ho deciso quindi che l’argomento del taccuino di Martina, era l’amore e questa coppia, l’amore che attraversa momenti di gioia e di difficoltà. Questo amore mi ha emozionato tantissimo, perchè spesso usiamo, soprattutto noi giovani, frasi tipo ... “ruberei la luna per te”. Forse questa coppia, queste frasi non le ha mai usate, ma di sicuro, hanno vissuto un amore davvero senza confini, come le mamme dei nostri ragazzi.



 Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
Eugenio Montale

 Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale,
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
Non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.



Ospite d’eccezione, direttamente da Torino, 
Michela, sorella di Rosanna 
(… e c’era anche la mamma)

3 piccole intruse: Serena con zia Nila 

e Melissa e Caterina con zia Marti!

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