venerdì 10 maggio 2013

dal taccuino di Martina (di aprile)

Sono emozionata come un bimbo la mattina di Natale, anzi, una bimba. Venerdì 22 marzo prendo la nave delle 11 e 30 e vado a Piombino dove mi aspetta Michela. Michela è una mia coetanea con cui ho fatto le elementari e le medie e grazie a facebook ci siamo ritrovate, ricominciando ad avere il rapporto amichevole di qualche anno fa (di lei vi avevo anche già parlato brevemente nel taccuino dello scorso novembre). Michela non ha passato un bel periodo, anzi diciamola tutta senza girarci intorno, un periodo di cacca che solo lei, con la sua forza, è riuscita a superare. Dopo una chemioterapia, un’operazione al seno sinistro e la successiva morte del padre abbiamo “stabilito” un giorno per incontrarci, il 22 marzo appunto. Michela è venuta a prendermi alla nave e siamo andate prima dai miei genitori, dove ha conosciuto i ⅔ dei miei nipoti, dopo siamo andate a fare la spesa per il giorno successivo e poi di nuovo in partenza per Serrazzano, il paese di origine della sua famiglia. Noi ci conosciamo da sempre, anche i nostri genitori si sono frequentati fino a che i miei non si sono trasferiti e i suoi altrettanto. Arrivati a Serrazzano ho visto Vanna, la mamma di Michela (che si chiama come la mia): abbracci e baci e ricordi belli anche con momenti di malinconia. Non la vedevo da ben 18 anni, Michela invece era venuta a trovarmi in ospedale il secondo giorno dopo la mia operazione: io con la voce di Amanda Lear con l’intonazione di Mario Monti, lei con un capino da pulcino, con qualche capello qua e là, come conseguenza della chemio. Michela mi ha fatto vedere la sua casa e presentato il nuovo compagno, Stefano, che quando eravamo alle elementari (lui alle medie) a ricreazione lo guardavamo perché era “bono”, classica espressione adolescenziale di quell’epoca per indicare il più bello … lui non ci degnava nemmeno di uno sguardo! Dopodiché ho conosciuto i suoi due figli, Nicola e Alice di 21 e 17 anni, belli come il sole. Siamo andate in casa della sua mamma, che abita sopra di lei, dove ho chiesto di poter salutare Anselmo, morto il mese precedente, il quale aveva chiesto di essere cremato e rimanere in casa. Toccare la sua urna mi ha dato un’immensa commozione e portato alla luce vecchi ricordi di quando le nostre famiglie si frequentavano. Nel tardo pomeriggio ci ha raggiunto Veronica, che io tuttora chiamo Veronka, perché da piccina non mi riusciva dirlo. Lei era la mia amica del “piore”, come avrebbe detto Stefanella. Siamo dunque partite alla volta di Cecina per andare a prendere Cecilia, anche lei un’ex larderellina. 
Siamo andate a mangiare in un posto che Cecilia conosce bene perché fanno cibi senza glutine (lei è celiaca). Cecilia è sposata - come del resto tutte le mie amiche! - ci ha fatto conoscere i suoi due figli, Chiara e Pietro, un’adolescente alle prime armi e un cucciolo curioso della presenza delle amiche di mamma. Il venerdì è finito e ognuno è andato alle sue case, io e Michela arrivate a Serrazzano abbiamo fatto un po’ di pigiama-party e poi, stanche, ci siamo addormentate. Ma il fine settimana non è finito così, infatti il sabato siamo andate a fare un giro prima a Larderello: fare quella strada dopo tanti anni, mi ha fatto venire i lucciconi - starò invecchiando? - e poi a cena da Veronka, dove si sono aggiunte Viviana e Debora, mentre Cecilia, manager di successo nell’ambito dei gelati, non è potuta venire. Per dare un’idea delle strade che ognuno poi prende nel corso della vita, ecco cosa ne è stato delle mie amiche: Michela, sposata e separata con 2 figli; Veronica, sposata con 2 figli; Cecilia, sposata con 2 figli; Viviana, sposata, separata e riunita con il medesimo marito; Debora, sposata con una figlia, mamma a sua volta e infine io … la zitella! Prima di metterci a tavola abbiamo assistito alla sfilata di moda di Silvia, la figlia adolescente di Veronica, che avevo visto solo quando ero ancora io adolescente e che comunque avrei riconosciuto perché uguale alla mia amica. Si è vestita, rispogliata e acconciata i capelli ennesime volte, per poi vestirsi alla fine in maniera semplice e uscire con il ragazzo. A differenza di quello che facevano le nostre mamme in passato, che ci criticavano continuamente, tutte noi di fronte ai defilé di Silvia abbiamo dato consigli. La generazione presente è infatti molto più vicina alle adolescenti attuali piuttosto che le nostre mamme con noi. Quando Silvia è uscita per andare con il fidanzatino tutte le abbiamo augurato una buona serata e che si comportasse bene, ma non troppo, ho aggiunto io, tanto che gli occhi delle mie amiche mi hanno fulminato. Insomma la serata si è conclusa, ognuno è ritornato a casa sua e il giorno dopo, rientrata a casa, ho riflettuto sulla mia vita dove non ho problemi di fidanzati, di patenti, di motorini e di pensieri per i figli. Sono stata comunque eletta dalle figlie delle mie amiche la “zia Marti alternativa” e ci siamo ripromesse di non far passare così tanto tempo per un prossimo incontro, perché quando si fanno le promesse bisogna mantenerle … altrimenti diventerò la “pro-zia alternativa” delle nipoti delle mie amiche! 




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