giovedì 4 agosto 2016

a Pianosa con Marelba ...

Come ogni anno i nostri ragazzi hanno partecipato alla gita di Pianosa con gli ospiti del Progetto Icaro di Marelba. Il gruppo in questione proviene da Colleferro, provincia di Roma ed è composto da ragazzi speciali, dalle loro famiglie e da educatori che li seguono nella loro vita quotidiana dove risiedono. Quest'anno, a questo gruppo che già conoscevamo, si sono aggiunte delle ragazze: Annalisa, Raffaella, Chiara ed Anna che ha un non so che della nostra Stefanella. La gita è iniziata con l'arrivo del gruppone sul molo di Marina di Campo, dove i “miei” 4 ragazzi li hanno salutati ed accolti come se non si fossero mai lasciati, chiare in loro le esperienze passate insieme l'anno scorso. Ma veniamo alla partenza. 

Siamo imbarcati sulla motobarca di nome Beluo; la guida mi spiegava che questo nome in genovese significa “bell'uomo”, eravamo in tutto 29. Appena saliti i ragazzi si sono subito fatti un selfie poi hanno scartato i loro mangiarini ed infine si sono rilassati a guardare la schiuma del mare. C'era qualcuno che scrutava l'orizzonte in cerca di delfini, sicuro di vederli, ma questi hanno preferito altri lidi. Una volta arrivati le nostre guide ci hanno accompagnato sulla spiaggia Cala Giovanna e poi congedandosi ci hanno ribadito l'orario di partenza e delle escursioni. 


Chi aveva voglia di sapere dove e come fosse nata Pianosa, il suo paesino e la sua storia? Alla fine tutti hanno optato solo per il bagno. I miei ragazzi si sono subito organizzati: levati gli abiti si sono immediatamente diretti nell'acqua, che, bella e trasparente ma fredda, li ha tenuti un po' alla lontana; fino a quando il più piccolo, che si chiama Aron, si è buttato in acqua. Con lui il nonno, mentre la nonna un po' timorosa li stava a guardare. Noialtri invece fino a dopo mezzogiorno abbiamo preso il sole. 


I ragazzi, nonostante avessero tutti messo abbondante crema protettiva, sono tornati a casa ustionati! Piano piano il gruppone romano ha trovato il coraggio e si sono lanciati in acqua con i miei; io sola sono arrivata a metà percorso ma il vento mi ha scoraggiata e mi sono messa a sedere in una buchetta. Una volta usciti tutti si sono rifocillati e dopo si sono fatti una dormitina. L’atmosfera però ci invitava a muoverci ed il gruppone ha iniziato a cantare e ballare. L'allegria ha coinvolto tutti e tutti abbiamo partecipato. La giornata stava volgendo alla fine e la guida ci ha invitato a seguirla nella scoperta del paesino che già conoscevamo, ma che ogni volta si arricchisce di nuovi episodi da ascoltare. C'è stato un vecchio abitante dell'isola che ci ha raccontato tante cose: perché il paese si è svuotato; perché la persona più importante fosse il direttore del carcere (che era considerato da tutti “padre padrone”); perché le catacombe sono state trasformate e perché in questo posto la vita era piuttosto dura. I ragazzi tutti in silenzio si sono fatti raccontare la storia e penso che anche se non hanno potuto vedere foto o film siano stati perfettamente in grado di immaginare e visualizzare tutto. La visita si è conclusa alle 5 del pomeriggio: siamo rimontati in barca e dopo un po' di manovre marinare siamo ripartiti. A mano a mano che ci allontanavamo guardavamo Pianosa augurandoci che quest'isola ritornasse in vita o perlomeno non fosse del tutto abbandonata a se stessa.







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