giovedì 15 gennaio 2015

tornando sulle "gare"

Nello scorso numero del giornalino abbiamo parlato di un gara per l’affidamento del servizio domiciliare di Portoferraio e l’argomento “gara” era stato affrontato anche nella riunione con le famiglie del novembre scorso perciò vorrei approfondire un po’ l’argomento. Lo scopo di questa procedura è trovare chi fornisce il servizio migliore al prezzo più conveniente, perciò il risultato non può mai essere scontato e non si può sapere prima chi vincerà. Quello che posso garantire però è la cura e l’impegno che gli uffici della nostra cooperativa mettono ogni volta. Prima di tutto in una gara la fortuna non c’entra per niente, non è come vincere al gratta e vinci, si può piuttosto paragonare ad una medaglia olimpica: dietro c’è tanto impegno, una squadra compatta e lavoro, lavoro e lavoro. Il progetto non è astratto e generico ma è costruito intorno al servizio, Laura Periccioli esamina e sviscera ogni aspetto; dalla presa in carico in avanti, vengono descritte le attività svolte, ogni prestazione è delineata nel dettaglio, ad ogni ruolo è assegnato un piano di lavoro preciso. Vengono stabilite le modalità di controllo e verifica, descritti i singoli documenti utilizzati per monitorare il raggiungimento degli obiettivi, esaminati i legami con il territorio, definito un piano formativo per gli operatori. Niente è lasciato al caso o indefinito: le ore, i laboratori, le verifiche ogni aspetto è analizzato minuziosamente.  Come abbiamo spiegato nel corso della riunione, la valutazione del progetto contribuisce in modo significativo all’aggiudicazione del servizio, per circa il 60%, il restante 40 è dato dall’offerta economica. Ma oltre al progetto e al prezzo il bando richiede tutta una serie di documenti e il loro valore è, se possibile, ancora maggiore perché la mancanza di qualche elemento può pregiudicare l’ammissione stessa, insomma può voler dire non poter nemmeno partecipare. Io mi sono trovata a volte a passare per caso dagli uffici dove la documentazione veniva preparata e vi assicuro che non lavorano in modo scrupoloso ma addirittura maniacale, ad occhi profani può sembrare esagerato ma l’aderenza ad ogni dettaglio è d’obbligo. Non c’è una persona sola ma la gara viene sempre chiusa in compresenza, spesso con Marusca Bibolotti, la segretaria di presidenza. Neppure la “semplice” consegna è casuale, a questa fase a volte ho anche partecipato personalmente. Il plico passa solo da mani “Di Vittorio” non viene mai affidato alla posta o a corrieri, né ad altre persone non appartenenti alla cooperativa. Ci veniamo incontro, magari facendo un po’ di strada ciascuno, e quando sono sulla nave con il mio bustone non vado nemmeno a fare la pipì, chiamo Laura o Marusca appena sono a casa e non lo lascio mai in macchina. Se la consegna deve essere fatta tramite posta vado a pagare la raccomandata ma la consegno sempre di persona. Visivamente il plico ha l’aspetto di una scatola o di un bustone giallo con la ceralacca rossa che spicca, ma per ciascuno di noi ha i volti di coloro che rappresenta. Per me ha le facce degli utenti e degli operatori “a rischio”, perché loro resterebbero legati al servizio senza di me, per gli uffici della cooperativa sono sicura che ha la faccia mia, di Lucia e dei soci visti, anche se sporadicamente, ad assemblee ed incontri. Per questo ci mettono tutto l’impegno possibile, la mancata aggiudicazione di un servizio - soprattutto se già nostro - è una sconfitta grave per tutti, professionale, personale ed emotiva, è una perdita nel vero senso della parola, economica ma soprattutto di rapporti con persone che da quel giorno non saranno più colleghi. Insomma non posso rassicurarvi dicendo che la Di Vittorio vincerà di sicuro, ma posso garantire che ci metteremo tutto l’impegno e che abbiamo la voglia e la capacità per farlo!


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