venerdì 30 agosto 2013

incredibile ma vero!

Vi è mai successo di essere convinti di una cosa e di non chiedere a nessuno conferma, perché per voi non può essere diversamente? Cari miei, a me è successo e non vi dico le conseguenze! Ma partiamo dall’inizio, così vi potete fare due risate … io un po’ meno! Come avrete letto nel giornalino di giugno, noi-altri ci siamo dati un sacco da fare per il saggio di fine anno di Jazzercise; ricordate i programmi a forma di papillon? Se avete letto i nostri articoli, in particolare “E le bandiere diventano papillon” avrete capito quanto lavoro ma anche quanto orgoglio e soddisfazione c’è stato nel portare a termine questo impegno. Quando è arrivata la serata del saggio non stavo più nella pelle, per me era la prima volta che assistevo a questo spettacolo, mentre per i nostri ragazzi una consuetudine; sarebbero saliti sul palco a ricevere i ringraziamenti da parte della compagnia. Barbara aveva realizzato un piccolo video riprendendo le varie fasi del lavoro svolto, per dare l’opportunità a tutti gli spettatori di apprezzare il lavoro, l’armonia fra di noi ed anche il bel risultato! “Quella” sera un imprevisto (purtroppo ci sono anche quelli) mi ha costretto a rimanere a casa più del previsto, così sono uscita con più di mezz’ora di ritardo. Quasi correndo ho raggiunto l’Arena della Linguella (fortunatamente abito a pochi passi), il nostro Teatro all’aperto dove si svolgono tutte le manifestazioni estive: per gli Elbani una piccola “Arena di Verona”. La Linguella per l’occasione era tutta illuminata, come di regola quando ci sono gli spettacoli importanti e la musica si sentiva già scendendo le scale di casa. Appena arrivata ho cercato con lo sguardo le colleghe; ho provato a telefonare ma i cellulari erano spenti. Pochi minuti e si sono spente le luci ed è iniziato lo spettacolo! A fatica ho recuperato una sedia e mi sono seduta. I ballerini, bravi ed avvincenti, mi hanno coinvolto. Ogni tanto però guardavo fra una testa e l’altra degli spettatori con la speranza di riconoscere quella di una collega. Ma dove sono? Mi chiedevo. Sono riuscita a darmi anche una spiegazione: “sicuramente sono dietro le quinte a dare una mano alla nostra Barbara, che fa parte della compagnia. Sarà super impegnata a preparare tutti questi piccoli protagonisti”. Lo spettacolo proseguiva piacevolmente ed io immortalavo il tutto con foto e filmati, pensando a Barbara ed al suo lavoro da giornalista! Era passata la mezzanotte e la stanchezza cominciava a farsi sentire, ma prima di andare via volevo vedere i nostri ragazzi sul palco. All’una di notte non ho più resistito e con un occhio aperto e uno chiuso dal sonno, nonostante lo spettacolo non fosse terminato, mi sono alzata per ritornare a casa. Mentre uscivo guardavo fra gli spettatori, sperando di vedere i nostri papillon. Non riuscivo a vederli! Forse era il buio? Forse li avevano dimenticati? Lunedì mattina, appena arrivata al Centro, incontrate le colleghe, con molto impeto ho domandato: “sabato sera allo spettacolo non vi ho viste, dove eravate?” E loro, calme e tranquille: “eravamo sedute in prima fila, come hai fatto a non vederci?” “E i papillon” proseguivo: “vi siete dimenticate di portarli?” Ad un certo punto Barbara, con un aria sospetta, mi ha chiesto: “Ma dove sei andata? Come … dove? Alla Linguella?!” Tutti sono rimasti in silenzio … un silenzio imbarazzante! “Noi eravamo alla De Lauger” ha proseguito Barbara! “Alla De Lauger?!” Ho ripetuto un po’ balbettando … “non è possibile!” Non vi dico, sarei voluta sprofondare … Alla De Lauger si fanno degli spettacoli solo in casi eccezionali! E questo era un caso eccezionale! In una piccola realtà come Portoferraio quella sera c’erano due spettacoli analoghi ed io, che non mi ero neanche posta il problema di una eventualità di questo genere … sono andata a vedere un altro spettacolo!




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