venerdì 7 settembre 2018

Vengo anch'io!


Non me la sarei persa per niente al mondo … credo così tanto nel valore di questi momenti che non potevo rimanermene a casa! Avevo fatto il tifo al Centro per ripetere l'esperienza della prima gita a Firenze, con i pulmini piccoli della cisse (invece che con un unico bus granturismo) proprio nell'ottica di non incoraggiare la partecipazione delle famiglie. Uno degli obiettivi fondamentali del nostro servizio è quello di favorire l'autonomia dei nostri ospiti e quale miglior occasione se non una gita? Da soli, con i propri amici e, ovviamente, con persone fidate che siano dei punti di riferimento. Ma le famiglie a casa; questo è quello che penso. Quando poi la Veludo, qualche mese fa, mi comunicò che saremmo andati ad assistere ad una partita della Fiorentina, non feci certo salti di gioia. Sono anti-calcio per tradizione familiare, è uno sport che mi sta un po' sullo stomaco ma … figuriamoci, sarà un'esperienza nuova anche per me, pensai. Appena saliti sulla nave Emi mi consegna un foglio - a me come a tutte le altre operatrici - e in modo molto deciso, riferendosi ad una delle persone che mi aveva affidato, mi dice: "non le devi togliere gli occhi di dosso!" Ok. Agli ordini! Ora so con certezza che non sono venuta in gita per vedere la partita o per cambiare aria, ma perché ho ancora il mio contributo da offrire a questo gruppo. 
Arrivati a Piombino prendo posto con il mio equipaggio: Marcello (fratello di Siria), Peppa, Stefano - marito suo e autista nostro per l'occasione - e Manfredi, la loro quattrenne creatura dolcissima che purtroppo inizia la gita non nel migliore dei modi perché gli viene la febbre! Classico. È capitato un sacco di volte anche a me in viaggio con le mie bimbe. Non hai ancora appoggiato il sedere in macchina che ti accorgi che qualcosa non va, ma ormai ci sei e non puoi (né vuoi) tornare indietro e così tiri fuori dal cappello magico acido acetilsalicilico, ibuprofene, paracetamolo o quant'altro. Il giorno dopo? Passato tutto! I "vecchi" avrebbero detto che è "febbre di crescenza" e forse è proprio così. 

Ma tornando a noi, stare allo stadio devo dire che mi è anche piaciuto, c'è stato poi un momento in cui sono partiti i cori "Oh Fiorentina!" e i ragazzi si sono alzati in piedi spontaneamente e altrettanto spontaneamente hanno iniziato a sventolare le loro sciarpe. Ecco. Mi hanno emozionato un sacco e questo ha dato senso alla nostra presenza all'Artemio Franchi, poco importa che la fiorentina non abbia vinto. Il momento più bello della gita è però senza dubbio la sistemazione in albergo. Questo è quello che fa davvero sentire “grandi e indipendenti” i ragazzi. Nel nostro appartamentino eravamo così sistemati: Maria con Giada, io con Siria e Lele da solo nella camera singola … ma non era mica tanto contento di dormire da solo! Mi ha fatto molta tenerezza vedere la sua reazione a questa notizia e mi ha fatto altrettanto piacere vedere che ha superato questa sua incertezza addormentandosi serenamente fino al mattino successivo. Oddio, se dormiva un’oretta in più non sarebbe dispiaciuto a nessuno, invece alle 6 eravamo già tutti svegli anche se poi siamo rimasti a poltrire nel letto un altro po’! Al momento della colazione poi Maria ha combinato un pasticcio: intendeva prendere una pila di 5 piattini tutti con una mano e cosa è successo? Patatrac! Sono caduti tutti frantumandosi in mille pezzi! I ragazzi non sapevano se  ridere o rimproverare Maria per la sua imbranataggine così hanno fatto entrambe le cose. Il resto della giornata comunque è trascorso in assoluta serenità. C’è da dire che ormai il gruppo è affiatato (Valter sono troppo felice che tu sia tornato ad accompagnarci!)  e anch’io, come tutti i ragazzi, appena ho avuto occasione di ritornare al Centro ho chiesto: “quando si fa un’altra gita?”


 




  






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