venerdì 16 maggio 2014

una data da ricordare


Pubblichiamo con gioia questo articolo di Imma le cui parole ci gratificano e ci commuovono. È vero, facciamo tanti sforzi per raggiungere gli obiettivi prefissati, sempre con la consapevolezza della grande responsabilità che ci date affidandoci i vostri figli, con cui condividiamo ogni sorta di emozione, di gioia e di dolore, e questa volta era decisamente di gioia. Grazie ancora per la fiducia che ci date e perché ci consentite di far parte della vita e degli affetti delle vostre famiglie. 
Emanuela.

Oggi 16 aprile è una di quelle date da ricordare. Alberto ha partecipato alla sua prima gita. Le amiche del centro di Casa del Duca hanno organizzato per andare a Livorno a conoscere un altro gruppo di amici, che frequenta la struttura San Gaetano. Inizia l’avventura ma, non la mattina di mercoledì, l’adrenalina è già in movimento da vari giorni … Ma torniamo a noi: sono leggermente in ritardo sull’orario e mi affretto. Chiamo Alberto, scendiamo a piedi fino alla biglietteria dove ci attendono tutti quelli che saranno presenti all’avventura. La prima persona che incontriamo è Rosi e Alberto già esprime la sua gioia. Poi il gruppo aumenta in un attimo: Emanuela, Barbara, Lisanna, Martina P, Patrizia, Martina, Lele, Massimo, Giada, Vincenzo, Piero, Valter, Michela, Siria, Annalisa, Giada, Maria. 

Siamo tutti presenti ma … no, ci manca Emanuele e Marisella. Saliamo sulla nave e dopo poco anche gli ultimi gitanti arrivano. Gli occhi di Alberto sono quasi umidi e la sua allegria sta salendo. Giuro, non l’ho mai visto così felice. Descrivere tutto ciò da parte mia è possibile proprio perché anch’io con Luca e Marisella in macchina ci siamo aggregati alla compagnia. Il primo passo è fatto, siamo a Piombino. Gli occupanti dei pulmini partono. Sinceramente avrei voluto essere anch’io con loro ma, non sarebbe così divertente per Alberto. Arriviamo e, alle porte della città ci incontriamo con il primo gruppo degli amici di San Gaetano. Parcheggiamo le vetture al porto e tutti in allegra compagnia cominciamo il nostro giro. Alberto è impegnato al massimo nel farsi vedere distaccato e autosufficiente non guardandomi ma attento a ciò che dicono le sue adorate maestre del Centro. Soprattutto vuole convincerle che di lui si possono fidare. Mani in tasca ripetendo i consigli che ognuna di loro fa per difenderci dal traffico della città. La novità del camminare per vetrine è minima, la felicità è che lo fa con i suoi amici.



La passeggiata è stata lunga, su e giù per i marciapiedi e sempre cercando di non invadere il suo momento mi accorgo della tranquillità che cerca di dare anche a qualcun altro. Camminando camminando arriviamo in un giardino, ben riparato dal traffico. Il sole è caldo ma c’è una brezzina che quasi quasi ci sta bene. Ognuno cerca il suo spazio e se in altri momenti Alberto si sarebbe posizionato vicino a me, questa volta con molto piacere l’ho visto socializzare e vivere con serenità momento per momento l’armonia del gruppo. Valter, Piero, Vincenzo e Luca si avviano al parcheggio per prendere le macchine. L’attesa si divide in due momenti: il primo nel giardino. 
Qualcuno canta, altri chiacchierano e il tutto viene ripreso dalle macchine fotografiche da Pina e Maria. Il secondo momento è fuori dal cancello del giardino. Tutti schierati su di un muretto, in attesa, iniziano i commenti. Alla domanda: “tutto bene?” … una corale risponde: “sì”! Fragoroso, anche se si avvicinava l’ora del pranzo. L’alternativa è andare con loro a pranzo o no? Questa è la “sua” gita: mamma, è venuta solo per godersi la felicità del suo ometto. Lasciamo il gruppo che si avvia al centro, dandoci appuntamento, nel primo pomeriggio per assistere allo spettacolo che è stato preparato con la collaborazione di tutti più Vincenzo. Il tempo passa ma sono talmente felice di quello che mi ha emozionato che arriviamo al Centro che stavano cantando le ultime canzoni.


Alberto mi vede, mi corre incontro e mi fa notare che fra gli ospiti c’è anche Silvia. Non gli dispiace che sia arrivata in ritardo, è solo emozionato, della presenza dell’amica Silvia. Che bello vederlo girare, accarezzare, guardare con dolcezza i nuovi amici come se li avesse sempre conosciuti. Il momento del rientro è arrivato e anche i nuovi amici tornano a casa loro. Sistemati gli strumenti di Vincenzo nel portabagaglio solo Lisanna, Emanuele e Lele sono all’esterno della struttura, gli altri compreso Alberto si trattengono finché Emanuela dà l’ordine di accomodarsi nei pulmini. Anche qui un’altra bellissima sorpresa. Alberto non chiede di venire in macchina con noi ma, mi saluta: “io vado con i miei amici”. Il bello è sulla nave di ritorno, preso dal suo ruolo di amico mi viene vicino per rassicurarmi che lui sta bene e che poi mi racconta. La nave attracca, i saluti si liberano nell’aria, con le ultime energie ma, in ogni viso c’è solo allegria e serenità. Aspettiamo al portellone che tutti siano scesi. Ancora gli ultimi saluti e ringraziamenti e poi ci avviamo verso casa passo passo. Dalla nave al portone c’è stato un riassunto delle cose che mi sono persa. Le coccole ricevute, la sorpresa della presenza di Silvia, le canzoni che hanno cantato, il pranzo, gli amici: “che bello mamma, mi sono divertito, sono stato tanto bene”. Che bello è sapere di avere delle persone alle quali puoi affidare un figlio con tutta tranquillità.


21 aprile: I giorni sono passati e l’entusiasmo ha ancora strascichi. Si parla di quelle cose che aveva dimenticato di dirmi il giorno prima. Il ricordo è indelebile. Sono stata fuori dalla sua aurea pur standogli vicino. Grazie per la bella esperienza che gli avete fatto vivere. Sarò strana ma una volta a casa ho pianto, ma di gioia. Anche per me scoprire tanta disabilità è stata dura. Il mio ometto può fare di più, deve fare di più, perché lui può: “Mamma, ho mangiato le lasagne, ma quelle altre che fa Rosi, Annalisa, Lisanna, Martina sono anche buone, più buone.” 

22 aprile: Alberto è tornato al Centro, Casa del Duca appare come un’oasi. Si spalancano quegli occhi tutte le volte che ritrova i suoi amici. Oggi, al ritorno, abbiamo dato un passaggio al papino. Il discorso è cominciato così: “io sono stato proprio bene con i miei amici, e poi siamo stati bene anche a Livorno.” 

Imma 


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