mercoledì 21 maggio 2014

dal taccuino di Martina (quello di aprile 2014)

Io credo che ci sia una vita continua dopo la nostra, nel senso che dopo la fine della vita terrena andiamo in qualche posto “al di là dei sogni” dove le anime volano senza tempo e non rispondono alle leggi di Newton. Magari la mela in capo non ci cadrà, ma ci è caduta invece dall’alto la mano di Trick e di riflesso tutte le mani del gruppo dei musicisti che hanno devoluto la somma incassata con il loro concerto al nostro Centro. Quindi, pensa e ripensa, alla fine abbiamo deciso che avremmo fatto una gita a Livorno. A parte il fatto che Livorno è piena di livornesi, Livorno è anche una città che accoglie un gruppo di persone al Centro diurno San Gaetano gestito dalla cooperativa Di Vittorio e abbiamo pensato di fare con loro il nostro primo gemellaggio. Ma non è di questo che voglio taccuinare. Il 16 aprile era la data scelta per la gita e siccome la mamma di Giada Scattu aveva un impegno lavorativo che sarebbe cominciato la mattina presto comportando delle incongruenze gestionali per una partenza tranquilla, ho chiesto a Evi se il giorno 15 Giada poteva dormire a casa mia e quindi avremmo potuto partire insieme per la nave delle ore 8.00. E così è stato. Il pomeriggio del 15, finito il lavoro quotidiano al Centro, ho preso Giada e l’ho portata a casa mia: una merenda, una passeggiata, il rientro a casa, la cena e una doccia a Giada: “l’aiuti te a Giada a fare la doccia?” “certo Giada, ti aiuto io”. La sera, in effetti, ero un po’ preoccupata, era la prima volta che avevo a dormire con me un bimbo del Centro e dopo che Giada è andata a letto, e aver chiacchierato un po’ delle sue manie, all’improvviso si è addormentata, come se avesse un bottoncino nel capo ed essa stessa fosse stata l’artefice dello spengimento. Morale: Giada ha dormito tutta la notte, io via via mi svegliavo per vedere se stava bene. Risultato: Giada dorme bene quando sta bene. La mattina alle 6.00 mando un messaggio alla Veludo, la quale era stata incaricata dalla sottoscritta di svegliarla, ma non ha fatto in tempo, solo il tempo di rispondermi “ok” che voleva dire, alla mattina alle 6.00: “sono contenta che sei già sveglia ma te sei fuori così di natura o la mattina presto è particolarmente accentuato il tuo essere così fuoresco? Non voglio saperlo, ci vediamo alla nave, comunque buongiorno a voi!” Io e Giada andiamo a fare colazione fuori, iniziamo a coccolarci subito tuffandoci in 1 the, 1 caffè e 2 paste. Arriviamo alla nave e siamo pronti per partire. Siamo tutti particolarmente eccitati. Di Livorno di sicuro avrà parlato qualche mia collega ... Scusate, ma non è meraviglioso iniziare la giornata svegliando Giada anche se molto presto che appena apre gli occhi ti dice: “Martina grazie, ti voglio tanto bene, abbracciami!” 






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