
giornalino d'informazione di fatti, cose, persone speciali del Centro di Casa del Duca
lunedì 10 agosto 2015
Zuppa con finocchietti selvatici (e bietole) di Nonna Rosina

venerdì 7 agosto 2015
il pranzo dell'orto
E' arrivata di nuovo l'estate e il nostro orto ha iniziato a dare i suoi frutti e data la bella esperienza dell'anno scorso, anche quest'anno abbiamo organizzato "il pranzo dell'orto" con quello che il nostro orto ogni giorno ci regala. Il primo raccolto di quest'anno sono state delle bellissime bietole. Mentre le raccoglievamo mi è venuta in mente una vecchia ricetta Riese, a base di bietole e finocchietti selvatici che preparava la mia nonna Rosina. Ricordi e profumi di un tempo passato, quando il pranzo e la cena si preparavano con quello che la terra metteva a disposizione. Le bietole ed i finocchietti selvatici che crescono spontanei nei nostri campi e che le nostre nonne raccoglievano e trasformavano in squisite pietanze, sono diventate la nostra tradizione culinaria.
Ed eccoci in cucina con i nostri ragazzi a pulire la bietola e poi a raccogliere nel campo intorno al Centro i finocchietti selvatici. Intanto dalla cucina usciva un profumo che inondata tutto il Centro ed i nostri ragazzi erano curiosi ed impazienti di assaggiarla, ma ci sono voluti due giorni di lavoro per prepararla: pane raffermo, uova … a seguire quest'articolo troverete la ricetta! E poi finalmente tutti a tavola ad assaggiare la "zuppa di nonna Rosina". I piatti sono rimasti puliti; anche l'ultimo boccone è stato "divorato" e poi, per chiudere in bellezza, preparata dalla nostra Martina e Rosy, una buonissima zuppa inglese! Dopo mangiato alcuni ragazzi si sono alzati da tavola e sono andati nel prato del Centro, quando sono tornati avevano dei grandi mazzi di finocchietti selvatici che mi hanno regalato! Ecco come abbiamo dato inizio alla serie dei nostri pranzi dell'orto. Alla prossima!
giovedì 6 agosto 2015
musica che unisce


mercoledì 5 agosto 2015
dalla prima fila

Fabrizio
martedì 4 agosto 2015
uno s...ballo!

Eccoci arrivati al consueto appuntamento con gli spettacoli di fine anno dei corsi di Jazzercise dell’associazione sportiva Elba no Limits con cui collaboriamo ormai da un secolo! Il tema di quest’anno era la discoteca, vista però da angolazioni diverse. Il saggio di Marina di Campo del 12 giugno ha messo in scena una grande discoteca all’aperto in cui si sono avvicendate musiche dagli anni 60 di James Brown fino all’attuale Beyoncé. Ecco che Massimo non se lo è fatto dire due volte quando il nostro amico presentatore Riccardo gli ha chiesto se aveva piacere di indossare la sua giacca di paillettes! Ovviamente Massimo ha partecipato anche a tutti i preparativi dello spettacolo, ormai è uno del team a tutti gli effetti, come potete vedere dalle foto! Lo spettacolo di Portoferraio è stato invece denominato “Lo show da s…ballo” e per spiegarlo riporto pari pari le parole di Cristina Parrini, insegnante e responsabile di Jazzercise di Portoferraio:
Tema di quest’anno sarà la discoteca dove i giovani di ogni generazione hanno cercato svago, divertimento e talvolta trasgressione. Qui le regole vengono dimenticate, il giudizio viene meno e può capitare di perdersi, di non essere abbastanza lucidi da avere il senso della realtà. Il messaggio che lo show vuole trasmettere è che conoscenza, consapevolezza e comunicazione possono essere più forti, per non dipendere da niente e da nessuno, per non rinunciare alla propria adolescenza e poterla vivere con la giusta spensieratezza.
Per raccontarvi cosa è successo sul palcoscenico di Portoferraio cedo la parola a Fabrizio, che seduto in prima fila ha vissuto da ospite d’onore tutto lo show! Ah! Dimenticavo di dirvi che durante entrambe le serate è stato mostrato al pubblico la versione “corta” del filmino della nostra gita a Firenze, con il chiaro scopo, mostrando al pubblico quanto ragazzi e operatori abbiano gradito l’esperienza, di invogliare eventuali nuovi sponsor per una prossima gita!
lunedì 3 agosto 2015
dal taccuino di Martina (quello di giugno 2015)

Ecco che ho trovato l’argomento per il Taccuino. Ogni evento che accade al Centro o che accade attorno alla mia vita privata è un potenziale argomento per il giornalino e di cose che accadono ci sono e quindi ecco a voi signore e signori: "l’operazione di zio Renato"! Per farvi brevemente ricordare, avevo già descritto la mia famiglia in occasione delle nozze d’oro di zia Annamaria e zio Marietto, chiamato così perché non è molto alto e perché uno zio omonimo c’è già: zio Mario, detto zio Pedro perché chiamandolo solo zio si sarebbero girati in troppi. Tornando a bomba, zio Renato ha subito un’operazione alle anche e il giorno prima che lo operassero ci siamo sentiti telefonicamente ed era agitato, perché la famiglia Nati (quella di mia mamma) non solo ha trasmesso a tutti noi nipoti problemi ortopedici di varia natura ma anche tante ansie. Ovvio che avendo subito l’operazione alla tiroide e memore del dolore provato appena finita la pompetta di morfina, ho suggerito a zio che la richiedesse anche “di corsa” … si fa per dire … perché il dolore sarebbe stato insopportabile. La sera dell’operazione invece, ci siamo sentiti e la sua voce era pacata e tranquilla perché zio era ancora sotto morfina. La mia cugina, che abita nei pressi di Pontedera (dove lui è stato operato) era andata a trovarlo e mi aveva mandato su whatsapp la foto di zio a letto insieme al parentado. Con zio Renato abbiamo mantenuto delle piacevoli conversazioni nel corso della degenza in ospedale che non solo riflettevano sui ricordi di noi nipoti ma anche sulle sue riflessioni da malato. Io ho dei ricordi bellissimi passati con i miei cugini: spesso, ed eravamo tanto piccini, montavamo tutti in una sola macchina (attualmente siamo in 9 ma di sicuro a quell’epoca non era ancora nato Simone, che è dell’82 ed è l’ultimo nipote e il figlio più piccino di zio Renato). La macchina non era una Rolls Royce ma una panda degli anni 80 e andavamo a giro così. Oppure quando nel corso di una comunione di qualche cugino rincorrevamo i piccioni perché zio ci aveva detto che se fossimo riusciti a mettere un po’ di sale sulla coda il piccione sarebbe diventato una statua, oppure quando tutti insieme andavamo alla Rocca Sillana, nel comune di Pomarance alla ricerca della gallina dalle uova d’oro e tanti altri episodi. Questa sua predisposizione per i nipoti è derivata dal fatto che insieme a zia Franca (sua moglie e psicologa) sono scout da molto tempo. Zio nella solitudine del suo ricovero ospedaliero ha scritto un sacco di riflessioni che mi ha raccontato telefonicamente e che qui vi riporto come me le ha spedite perché mi fa piacere condividerle con voi:
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