giovedì 23 ottobre 2014

dal taccuino di Martina (quello di settembre 2014)

Ora vi racconto la mia avventura sulla nave. Avevo un po’ di paura, nuovi rumori a cui avevo difficoltà ad abituarmi, gente che non avevo mai visto, scale ripide che per salirci facevo anche in fretta perché c’era il vuoto sotto. Insomma fatto sta che la Marti, anzi l’a’Marti, la mia padrona (o per lo meno le faccio credere questo perché in realtà sono io il suo padrone) mi ha portato sulla terraferma. Non sapevo fino ad allora di vivere in una terra che si muoveva, ma questa è un’altra storia. 15 minuti prima di scendere da questo ferro ben distribuito e galleggiante, la mia tata ha ricevuto una telefonata e a vedere dalla sua espressione del viso non era una telefonata di piacere: le avevano appena detto che la macchina per la risonanza magnetica si era rotta nel corso della mattina e dicevano perciò di non recarsi in ospedale. Sicché la mia tata dopo questa faccia non si è sentita smarrita, ma abbiamo preso l’auto e siamo andati a trovare delle persone nuove. Siamo arrivati in una casa piena di pini e fiori, dove ho conosciuto una donna che la mia mamma chiamava mamma e poi c’erano 3 bimbetti che la mia tata chiamava amori di zia … ma in che casa sono capitato!? Ma ecco che arriva anche un uomo, che la mia tata chiama babbo e altre due persone che chiama zio e zia. Insieme a quell’uomo è arrivata anche un mio simile che la mia tata chiama Aila, e che dopo  averle - perché è una femmina - annusato il lato B, mi sono accorto che il suo odore non mi piaceva e non l’ho più considerata. Quindi sono andato insieme alla Marti e agli amori di zia (ma che hanno 3 nomi: Rafael, Anna Maria e Rocco) in camerina a leggere roba sui dinosauri. A seconda dell’animale preistorico in questione doveva iniziare a leggere dalle zampe … mah! Poi mi sono stancato di quegli animali e allora mi sono messo a baciare gli amori di zia, soprattutto quello piccino, il più grande ha paura di me, ma non fa testo, perché ha paura anche della sua ombra. Invece gli altri due mi davano i biscottini e mi dicevano prima: “seduto” e io ci godevo nel mangiare i biscotti. 
Poi ad un certo punto è arrivata un'altra persona che la mia tata chiama tata. Ohioina che confusione in quella famiglia! Si dice che è ora di pranzo, che dobbiamo mangiare. Mi toccherà qualcosa? Io non sono abituato a mangiare a pranzo, perché la mia tata va via la mattina e torna la sera. Qualcosa mi è arrivato … sì, via, in questa casa si mangia bene. Poi sento urla di bimbi e di nonna, ma noi andiamo in giardino a giocare a palla, con una palla di gommapiuma che ho trovato lì e che ho distrutto in 3 secondi. Poi si riparte. Si ritorna nella terra mobile. Sono stanco, ora  me ne vado a dormire ... mi sono piaciute tanto le persone nuove, allora penso che qualche volta ci ritornerò!   

   

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