Come avete potuto vedere al Pranzo di Primavera, il Centro quest’anno ha un suo orto, un vero orto con piante di pomodori, melanzane, peperoni, prezzemolo ecc. ecc. C’è voluto un po’ di tempo per poter realizzare quest’attività: l’avevo proposta già un anno fa, ma eravamo a ridosso dell’estate ed i tempi erano troppo brevi per poterla realizzare. Quest’anno ho iniziato a parlarne con largo anticipo e già a febbraio ho preso i primi contatti con un vivaista, chiesto la sua collaborazione per individuare il punto migliore dove far nascere il nostro orto, chiesto consigli a non finire sulle piante da trapiantare, presi accordi con un ortolano per realizzare materialmente l’orto, approntato un preventivo. Insomma, ho messo a punto un vero e proprio progetto che ho sottoposto all’attenzione della Veludo, la quale a sua volta l’ha girato alla direzione generale di Massa e … dulcis in fundo … ottenuto piena approvazione! A causa di diversi ritardi dovuti all’indisposizione dell’ortolano solo il 5 maggio (guarda casa il giorno della morte di Napoleone!) abbiamo potuto iniziare a lavorare al nostro orto.
La mattina alle 8, come d’accordo, sono arrivati: Eugenio il nostro ortolano e Paolo il vivaista. Insieme hanno scaricato la motozappa e si sono inoltrati in mezzo ad una “giungla” di erbacce quasi ad altezza d’uomo. Mentre combattevano per ripulire il terreno, sono arrivati i ragazzi, di corsa hanno fatto colazione ed hanno raggiunto Eugenio, che nel frattempo stava preparando i vialetti ed i solchi dove travasare le piantine. L’orto è stato progettato con dei vialetti larghi e di facile attraversamento sia a piedi che con le carrozzine, in modo che tutti abbiano la possibilità di partecipare e di raccogliere i suoi frutti. I ragazzi sono rimasti ad osservare Eugenio ed appena terminato il suo lavoro è iniziata la piantumazione: distribuiva le piantine, i ragazzi facevano a gare per trapiantarle, tutti cercavano di seguire le sue direttive sul da farsi. Sembrava di non essere in mezzo ad un campo, ma su una pista da ballo, dove i ragazzi volteggiavano con la piantina in mano, sorridendo felici di un’opportunità insolita!
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