lunedì 7 aprile 2014

dal taccuino di Martina (quello di marzo)

È domenica mattina e siamo usciti come sempre con Grisù. Siamo andati sugli scogli della Pianotta e ad un certo punto vedo un signore di una certa età con in mano una borsina di plastica del supermercato con un peso consistente dentro. Mi sono messa ad osservarlo perché si vedeva dal suo passo deciso e svelto che aveva un appuntamento, così come trapelava dal passo ben impostato che gli scogli erano stati calpestati dall’uomo varie volte. Quando ha ritrovato il suo posto, soddisfatto del suo punto strategico, ha infilato la mano nella borsina e ha iniziato a tirare pezzetti di pane nell’aria. Grisù e la sua amica Shira gli sono andati intorno, chiedendosi con espressione a punto interrogativo perché, se loro erano in terra, il pane volasse. E così quel dipinto reso immobile dall’attesa, ma armonicamente mobile dal vento e dall’infrangersi delle onde, si è messo in moto nel momento in cui è arrivato non 1, non 2, non 3, ma un’infinità di gabbiani che sono spuntati dalla scogliera come se quell’appuntamento fosse oramai cosa vecchia e già precedentemente testata.  Il pane tirato in alto, talvolta preso al volo, spesso invece ammorbidito in acqua, era comunque una meta da raggiungere. Scatto la foto che vedete qui sotto con il telefonino. Finito il rito del pane alcuni gabbiani hanno continuato a volare, altri si sono “seduti” in acqua sazi e felici del pasto a sorpresa. L’uomo, con il solito passo deciso, se ne è andato e il pensiero che mi è venuto a mente a vedere quell’immagine è stato che ogni cosa fatta per dare amore è solo amore.

  

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